Area Relazioni Internazionali

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IBS ha attivato una rete di contatti ed un network con Agenzie specializzate sul tema della Ricerca economica e delle Relazioni Internazionali.
Tra le persone che collaborano con IBS ci sono professionisti specializzati sui temi di geopolitica, macro-economia, studio e analisi dinamiche relative a segmenti economici o industriali, elementi che è indispensabile valutare relativamente ad un Business o nella attuazione di strategie in mercati esteri.

TEAM

Diego Caballero Vélez

Diego Caballero Velez

FORMAZIONE : Diritto internazionale e Relazioni internazionali; Traduzione ed interpretariato;
LINGUE : Italiano, Inglese, Francese, Arabo;
ATTIVITÀ: Analisi macro-economiche Spagna e paesi latini, Nord Africa, Nord Europa;
REDAZIONE ARTICOLI : Spagna, paesi latini, Nord Africa e Africa Sub-Sahariana, Nord Europa;

Pierre Varasi

Pierre Varasi

FORMAZIONE : Diritto internazionale, Relazioni Internazionali, Rapporti diplomatici;
LINGUE : Italiano, Inglese, Francese;
ATTIVITÀ: Analisi macro-economiche Europa, Area Nord America e Canada;
REDAZIONE ARTICOLI : Europa, Area Nord America e Canada, Nord Africa e Africa Sub-Sahariana;

I DESK DELLA RETE ESTERA IBS

DESK esteri IBS & Servizi

I DESK DELLA RETE ESTERA IBS – SERVIZI ED OPPORTUNITÀ

I vari DESKS riportano i Servizi attivi nel paese e le Opportunità di Business, includendo i settori, e le tipologie di Aziende che potrebbero ottenere maggiori benefici in termini di Export o di Investimento Diretto Estero nel territorio, sia per le potenzialità del mercato, sia per eventuali agevolazioni o Fondi messi a disposizione dagli Enti Locali o dalle Istituzioni competenti.

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AFRICA ECOWAS-CEDEAO + ANGOLA MAURITANIA

ECOWAS – CEDEAO: Angola, Benin, Burkina Faso, Capo Verde, Costa D’Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea-Bissau, Liberia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Togo
Congo, Ruanda, Zambia (valutazione caso per caso)
Uganda

AMERICA

AMERICA SETTENTRIONALE, CENTRALE E ISOLE
Canada
USA, Panama
Repubblica Dominicana

AMERICA MERIDIONALE / PAESI LATINI + SPAGNA
Brasile, Colombia, Messico, Perù, Spagna
Cile

ASIA

Kazakistan

FAR EAST
Cina , Incoming in Italia di Clienti ed operatori cinesi LINK
Cambogia, Filippine, Hong Kong, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Singapore, Taiwan, Thailandia, Vietnam
Corea del Sud
Giappone
Singapore

EUROPE

Albania
Benelux (Belgio, Lussemburgo, Olanda)
EST EUROPE: Bulgaria, Polonia, Ungheria + ( Missioni Imprenditoriali in Bulgaria LINK )
Francia + (Montecarlo, Costa Azzurra settore immobiliare)
Germania
Malta
Spagna Isole Canarie (startup)
Ucraina (valutazione caso per caso)

MENA (Middle East & North Africa)

Algeria
Arabia Saudita, Giordania, Iraq, Libano, Regione della Palestina, EAU (Emirati Arabi Uniti) e GCC
Israele
Libia (valutazione caso per caso)
Marocco
Tunisia

Highlight e opportunità nei paesi esteri LINK

Offerta Consulenziale per Associazioni di Categoria ed Industriali, Studi Professionali, Aziende di Servizi, Enti

Associazioni di Categoria SERVIZI IBS

OFFERTA CONSULENZIALE PER ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA ED INDUSTRIALI, STUDI PROFESSIONALI, AZIENDE DI SERVIZI, ENTI

Vogliamo essere per Voi e per le vostre Aziende Clienti, il punto di riferimento per l’Export e l’Internazionalizzazione

FIERE, MISSIONI E INCOMING OPERATORI ECONOMICI

- NEWS SU FIERE : opportunità fieristiche di interesse per settore e paese estero;
- IBS IN FIERA AL POSTO VOSTRO : numero concordato di contatti commerciali certificati di acquirenti, agenti, distributori, relativi ad una fiera di interesse attraverso nostri consulenti senior. VANTAGGIO: riduzione costi per l’Azienda per via della centralizzazione del servizio;
- MISSIONI : informazioni sulle missioni all’estero ed eventi di incoming in Italia da parte di soggetti economici, partner commerciali, buyer;
- FONDI PER MISSIONI E FIERE : informazioni tramite le Istituzioni competenti per accedere ai Fondi disponibili;
- SU RICHIESTA, INCOMING, INCONTRI B2B, MISSIONI E WORKSHOP ESTERI ORGANIZZATI AD HOC : per un numero ristretto di aziende in uno dei territori dove IBS ha maggiore radicamento organizzazione incontri BtoB ed eventi.

PERCORSI FORMATIVI DI PREPARAZIONE AI MERCATI ESTERI E SPECIALIST ADVICE

Attraverso i Fondi Paritetici Interprofessionali, percorsi formativi / consulenziali di check-up e preparazione dell’Azienda per l’Export.
Inoltre percorsi formativi specialistici per aziende esportatrici ed internazionalizzate su vari temi tra cui:
- export manager e approccio strategico ai mercati;
- temi di natura legale: contratto di vendita internazionale, contrattualistica internazionale, rapporto di agenzia e distribuzione, mezzi di pagamento, mancato pagamento e recupero crediti;
- fiscalità internazionale;
- dogane, nuovo codice doganale comunitario, incoterms 2010 e altri argomenti;
- trade and export financing : crediti documentari, garanzie bancarie, PBO (Bank Payment Obligation), LC e Stand By Letter of Credit, assicurazione del credito, altri temi specialistici;
- business planning.

EXPORT MANAGER IN OUTSOURCING

- Export manager in azienda per 6 mesi – 1 anno per attività di Export Development e sviluppo contatto con clienti, buyer, partner commerciali;

ATTITIVTÀ DI BUSINESS DEVELOPMENT

- Scouting agenti, distributori, partner commerciali, soggetti economici all’estero specializzati sui settori di interesse;

SHOWROOM

- Per un gruppo di aziende interessate possiamo agevolare la creazione di uno showroom collettivo e una rete vendita locale, con personale residente localmente che parli la lingua italiana;

DELOCALIZZAZIONE PRODUTTIVA PRODOTTI A BASSO VALORE AGGIUNTO

- Prodotti o un segmenti di produzione che non hanno mercato se prodotti in Italia per costi di produzione elevati. Siamo in grado di assistere le Aziende in un decentramento produttivo in paesi UE ed Extra-UE;
- Alcuni esempi: Albania, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Lettonia, Moldavia, Montenegro, Macedonia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovakia, Turchia, Tunisia e Ungheria;
- Oltre alle pratiche burocratiche il nostro network di società italiane all’estero potrà supportare in merito a consulenza integrata, contabilità, payrol, servizi di assistenza all’imprenditore e alla sua famiglia, altre richieste specifiche.

SCOUTING INVESTITORI E ASSISTENZA IN ANALISI FATTIBILITÀ E BUSINESS PLAN

- Siamo in contatto con Investitori Privati che partecipano a progetti con redditività adeguata;
- Possiamo assistere le aziende che abbiamo una idea progettuale nel tradurla in un business plan e piano di fattibilità da presentare agli investitori.

RETI DI IMPRESA

- Assistenza nella creazione di una “rete di impresa” per aver maggiore forza nell’approcciare i mercati esteri unitamente ai vantaggi fiscali previsti dalla normativa italiana;

DESK IBS – SERVIZI ED OPPORTUNITÀ

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Algeria Country Profile e Overview Opportunità

Algeria Country Profile e Overview Opportunità

Algeria

ALGERIA COUNTRY PROFILE: POTENZIALITÀ DEL MERCATO ALGERINO

PER INFORMAZIONI SUL DESK IN ALGERIA UN CLIK SULL’IMMAGINE SOTTO
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PREMESSE ED OVERVIEW IN ALGERIA

Con la progressiva liberalizzazione dell’economia, l’Algeria comincia a sedurre sempre più investitori stranieri attraverso Investimenti Diretti Esteri (IDE), che stanno cominciando ad espandersi ad aree ulteriori rispetto a quelle tradizionali degli idrocarburi, quali per esempio: telecomunicazioni, turismo, Industria in genere, BTPH, acqua e ambiente, agricoltura e agroalimentare, energia rinnovabile.

Nonostante i numerosi progetti realizzati e/o in fase di realizzazione, l’Algeria continua ad attrarre sempre più investimenti diretti esteri, per via di un trend in via di miglioramento per gli stessi. Il saldo dei progetti di investimento censiti nel 2014 dall’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo degli Investimenti (ANDI) mostra un marcato sviluppo dinamico di investimenti e un mercato in fase di attrattiva.

Il numero di progetti di investimento segnalati nel 2014 è aumentato a 9904 progetti, per un importo di 2.192 milioni di DA (dinari algerini), poco più di 20 miliardi di euro, rispetto ai 8.895 progetti per un contro valore di 1.716 milioni di DA Dinari Algerini nel 2013, creando quasi 151.000 posti di lavoro.

Le dinamiche evolutive degli indicatori mostrano un progressivo e costante sviluppo degli investimenti a livello nazionale e mercati sempre più attrattivi. Lo sviluppo delle opportunità e quote di mercato da conquistare, la diversità dei partner, la coerenza degli sforzi per promuovere il business, la valutazione del potenziale, rendono l’Algeria un paese altamente attrattivo per community e network di business stranieri.

A partire dal 2001, il 2014 è considerato l’anno migliore in termini di investimenti, data di attuazione delle disposizioni che disciplinano lo sviluppo degli investimenti, sia in termini di numero di progetti, sia di capitali investiti e potenziale in occupazione creata e/o in fase di creazione. Questa dinamica di sviluppo degli investimenti, si osserva anche nelle regioni degli altipiani e del Sud, infatti 2.166 progetti presentati sono stati assorbiti da queste due regioni.

I progetti di investimento sono soprattutto concentrati nelle province con un’alta concentrazione di attività economiche, nelle regioni settentrionali del paese quindi dove sono stati realizzati 6.514 progetti l’anno scorso pari ad un valore di 1.286 Mds DA e dovrebbero generare 109.275 posti di lavoro. L’interesse progressivo nelle Highlands e nel Sud è anche dovuto ai sistemi di incentivazione e sostegno specifico dedicati agli investimenti in entrambe le regioni, così come i piani di sviluppo a loro dedicati da ANDI. Le misure adottate nei confronti di queste regioni devono proseguire ed essere rafforzate al fine di contribuire allo sviluppo a medio e lungo termine, in linea con gli obiettivi fissati per l’equilibrio regionale per lo sviluppo economico e sociale del paese.

L’impatto delle misure contenute nelle riforme volte a migliorare il contesto imprenditoriale comincia dunque a dare segni di fiducia agli investitori dimostrato sul campo attraverso un livello di oltre 1.000 miliardi di DA reinvestiti. Questa fiducia è anche confermata dalla preponderanza di investimenti di tipo “start up imprenditoriali”, il cui numero ha raggiunto 5.650 progetti, quasi il 57% del dichiarato globale.
In merito alla classe dimensionale delle Aziende coinvolte, i progetti avviati nel 2014 sono stati creati soprattutto da piccole e medie imprese, che tendono a muoversi verso il settore dell’industria e soprattutto nelle catene di trasformazione industriale.

In merito ai settori industriali, questi ultimi includono l’agro-alimentare, la chimica e la plastica, le industrie del legno e della carta, le industrie tessili e delle pelli e infine le creazioni in vetro.
Il settore pubblico, interviene con importanti finanziamenti nei grandi progetti del settore delle acque (water management), dell’energia e nel settore delle telecomunicazioni.

Questi risultati vengono registrati, a fronte dell’azione intrapresa dallo Stato per migliorare lo sviluppo aziendale / imprenditoriale, e la ripresa delle attività della sfera produttiva sostenuta dalle varie misure di agevolazione messe in campo, in particolare nel settore terreste, nell’accesso ai finanziamenti e agli incentivi per gli investimenti e l’azione sulla riduzione della burocrazia e la riforma del settore pubblico.

DEMOGRAFIA DELL’ALGERIA

L’Algeria ha una superficie di circa 2,4 milioni di km2 ed è composta da una grande bio-diversità geografica e climatica da nord a sud, con costiere e sub-costiere, una vasta distesa di alte pianure, altopiani semiaridi e, infine, una zona enorme sahariana di clima arido e iper-arido. A queste grandi disparità dell’ambiente naturale, vi è la disparità di uso del suolo e la densità di popolazione. La fascia costiera concentra il 4% della superficie terrestre e due terzi della popolazione mentre le regioni High Plains, che coprono il 9% della superficie, comprendono un quarto della popolazione.
- 38,7 milioni di abitanti al 1 Gennaio 2014
- 39,5 milioni di abitanti al 1 gennaio 2015
- 963.000 nati vivi, 168.000 decessi nelle nascite, 388 000 matrimoni nel 2013.

STATISTICHE DEL COMMERCIO ESTERO IN ALGERIA

Le statistiche del commercio estero dell’Algeria per il periodo del 2014, messo a punto dalle banche dati del Sistema informativo doganale, hanno evidenziato lo sviluppo della bilancia commerciale nel modo seguente:
- le importazioni sono aumentate del 0,6 % rispetto al 2013. La loro distribuzione ha evidenziato degli aumenti per i gruppi dei beni strumentali 17,13% e prodotti alimentari con una percentuale del 14,87 % dal 2013, mentre al contrario diminuiscono i beni di consumo non alimentari 8,23 % ed i macchinari per la produzione 0,35 %;
- per le merci riguardanti il funzionamento degli impianti di produzione sono principalmente costituiti da materiali da costruzione (sbarre o tubi d’acciaio, legno, ecc …) e oli per l’industria alimentare;
- per quanto riguarda la ripartizione per regioni economiche nel corso del 2014, la maggior parte del commercio con l’estero rimane concentrato sui partner tradizionali. I paesi OCSE occupano la quota maggiore con 65.03 % delle importazioni e il 81.01 % delle esportazioni algerine. Provengono dai Paesi OCSE (non UE) una quota del 14,47 % delle importazioni algerine, e il 16,65% delle esportazioni verso questi paesi. Si noti inoltre che la maggior parte degli scambi viene effettuata con gli Stati Uniti, seguita dalla Turchia con rispettivi tassi di 4,9 % e il 3,64 % per le importazioni da questi paesi, e 7,45 % e il 4,61 % per le esportazioni verso questi paesi. Gli scambi commerciali tra l’Algeria e le altre regioni sono ancora di basse proporzioni.

NUOVE POLITICHE PER LA DIMINUZIONE DELLE IMPORTAZIONI IN ALGERIA

Per ridurre la quantità delle importazioni, il governo algerino sta emanando un dispositivo di legge per impedire l’uso di materiali da costruzione importati che sono già prodotti localmente; questo dispositivo è inoltre progettato per aumentare il tasso di integrazione nel settore dell’edilizia e favorire i produttori locali. Questo annuncio da parte del Ministero delle abitazioni, di questo dispositivo che vieta l’uso di materiali da costruzione importati che sono già realizzati a livello locale, ha cominciato a dare già i suoi primi frutti sul territorio. L’istruzione che impone alle società edili di utilizzare materiali da costruzione “Made in Algeria” otterrà il tasso di integrazione in progetti dall’attuale 70% all’ 85%.

Questa stessa circolare, firmata nel dicembre 2014, vieta ai promotori responsabili dell’attuazione di diversi progetti finanziati totalmente o in parte dallo Stato, di ricorrere a materiali importati se lo stesso prodotto è prodotto localmente e ha una pari qualità.

Per la sua realizzazione, il Dipartimento ha incaricato i direttori degli uffici di promozione e gestione immobiliare (OPGI), che detengono la maggior parte dei progetti di edilizia residenziale pubblica, pari al 75% del programma quinquennale 2010-2014 di affinare le modalità nell’applicazione di questa stessa circolare.

In realtà, i responsabili pubblici saranno tenuti a stipulare nei contratti firmati per la realizzazione di attività, l’uso di prodotti algerini con l’obbligo di unire le fatture emesse con contratti di produzione di diversi materiali da costruzione con le imprese che producono gli stessi in Algeria.

Va detto, inoltre, che tale circolare è duplice. In questo caso la finalità è di ridurre il costo da importazione di tutti i materiali da costruzione al quale si riferisce il disegno di legge. D’altra parte, riguarda l’applicazione della decisione presa di “consumare prodotto nazionale”. Su quest’ultimo punto, tutti gli specialisti concordano sul fatto che i materiali prodotti in Algeria sono di ottima qualità, la quale è paragonabile al prodotto importato dalla Cina o dall’Europa.

CONTI ECONOMICI IN ALGERIA

Il PIL dell’Algeria si è attestato a 17.731 milioni di dinari (circa 221 miliardi di dollari) nel 2014, contro i 16.570 miliardi di dinari (196 miliardi di dollari) nel 2013. La crescita dell’economia algerina è aumentata del 4,1% nel 2014 rispetto all’anno precedente ( il 2,8% nel 2013 rispetto al 2012). Di contro, la crescita del PIL non petrolifero è diminuito, passando al 5,1% nel 2014 contro il 7,1% nel 2013.

SVILUPPO SETTORI ECONOMICI DI ATTIVITÀ

SETTORE INDUSTRIALE IN ALGERIA:

Il Settore industriale ha ancora un tasso di crescita positivo debole, sembra aver rotto con la profonda depressione che lo aveva caratterizzato sino ad oggi, tuttavia i tassi di crescita del settore sono ancora molto irregolari da un lato e dall’altro insufficienti, visto che l’industria rappresenta solo una piccola frazione del PIL (meno del 5%) e per portare il settore industriale a circa il 10% si richiederebbe che il settore raggiungesse tassi di crescita a due cifre.

Il valore aggiunto industriale è stato nel 2013 pari a 765.400.000.000 miliardi di dinari contro 728,6 miliardi DA nel 2012, un aumento nominale del 5%. In volume, la crescita industriale era dell’ordine del 4,1% nel 2013 contro il 5,1% nel 2012 con una netta decelerazione che si spiega principalmente con flessioni nei settori dell’energia, ISMMEE e della chimica.
Settori che hanno causato la crescita nel 2013 sono:

- Il settore energetico, con un aumento di volume del 4,3% nel 2013 contro il 10,2% nel 2012;
- Il settore dell’industria Siderurgica, Meccanica e Elettrica Metallica (ISMME) con una crescita del 5,5% contro il 7,4% nel 2012;
- Il settore chimico, plastica, gomma con una crescita del 5% nel 2013 contro il 5,8% nel 2012;
- Il settore dell’industria alimentare con il 7% di crescita nel 2013 contro il 5,6% nel 2012.

LA BTPH E IL SETTORE COSTRUZIONI ED OPERE DI INGEGNERIA CIVILE:

La crescita della BTPH (società di stato algerina operante nei settori delle costruzioni ed opere di ingegneria civile) è stimata al 6,9%, questa performance è notevole, ma leggermente inferiore a quella registrata nel 2012 a causa del calo della spesa per investimenti pubblici.
Con l’eccezione dei servizi petroliferi e del settore lavori pubblici, che sta vivendo una crescita debole nel 2013 (+ 1% nel 2013 contro il -0,4% nel 2012), il BTPH compresi i servizi petroliferi ed opere pubbliche, ha realizzato una crescita del 6,6 % nel 2013 contro un tasso di crescita dell’8,2% nel 2012.

La Formazione Brute degli investimenti fissi FBCF (è un aggregato che misura gli investimenti fissi lordi ed è composta da una componente fisica ossia la costruzione, macchinari, mezzi di trasporto e da una componente immateriale, software e brevetti), nel 2013 è risultata la componente più dinamica della domanda.
Infatti, dopo che il tasso di crescita nel 2011 è risultato del 2,9%, gli investimenti sono incrementati nettamente nel 2012 registrando una crescita dei volumi del 7,2%, e tornando a un ritmo più elevato rispetto al 2010.

Nel 2013, questo trend di ripresa degli investimenti è stato confermato, con investimenti fissi lordi che hanno registrato un tasso di crescita fino all’ 8,6%.
Questa accelerazione del volume degli investimenti fissi lordi è dovuta, tra le altre cose, ad un aumento di quasi il 13,8% del volume delle importazioni di attrezzature industriali e ad un aumento delle spese di capitale di Stato come segue:
- Economico Infrastrutture e amministrativa : + 13,7%
- Agricoltura e Idraulica : + 6,2%
- Servizi di produzione : + 8,8%
- Istruzione: + 1,2%.

IL SETTORE DELLA B.T.P.H IN ALGERIA

La nuova ricchezza petrolifera ha permesso al paese di uscire dal debito estero e di lanciare campagne di stimolo economico su larga scala. L’industria BTPH beneficia grandemente di questa ripresa finanziaria.
Il governo algerino ha lanciato nel periodo 2004 – 2019, il supporto complementare per i piani di crescita (PCCS) e per i programmi speciali per le Highlands e il sud.
Quasi il 70% degli importi spesi in questo contesto dovrebbe essere usato per sviluppare le infrastrutture di base, abitazioni e strutture pubbliche come le università, le scuole, strutture sportive e culturali, ospedali, ecc ..

L’Housing è diventato per l’algerino un bisogno essenziale a causa del tasso di crescita della popolazione. L’industria abbandonata negli anni 80-90 nel decennio nero che ha congelato tutte le attività, ha causato un notevole il ritardo nel completamento degli alloggi. Grazie alla volontà politica presente nel programma del Presidente e l’interesse per questo settore, si è creato uno sviluppo immobiliare che sta superando tutte le aspettative. Inoltre è noto il principio secondo cui: “Quando l’edilizia va, tutto si muove.”

Come altri paesi in via di sviluppo, l’Algeria ha registrato un notevole aumento della popolazione e una rapida urbanizzazione, che ha naturalmente portato ad una forte domanda di alloggi, attrezzature e servizi locali essenziali per la vita della comunità.

Per quanto riguarda la componente alloggi, le basi gettate nel programma del Presidente, determineranno che le costruzioni di abitazioni proseguiranno a ritmi forzati nei prossimi anni, poiché la disponibilità di alloggi deve essere diversificata per incoraggiare lo sviluppo immobiliare, l’espansione del credito per l’accesso alla casa, il tutto supportato dal credito Statale.

Le imprese edili sono messe in concorrenza tra loro e ciascuna con le sue risorse e la leadership che esercita, cerca di affrontare la sfida.
Alcune aziende private e statali quali l’ENPI, ALDA, e OPGI, tendono a sviluppare una politica di partenariato con potenti compagnie straniere spagnole, turche, cinesi, francesi, portoghesi, italiane, in un sano quadro di complementarità.
A titolo informativo, i prezzi stabiliti dal governo per creare un certo tipo di alloggio popolare è fissato tra i 42.000 ed i 54.000 DA al metro quadrato (1 Euro = 105 DA).

Inoltre, seguendo le parole del ministro della Casa: “Lo Stato non indietreggia sulle promesse fatte ai cittadini riguardo la costruzione di abitazioni sociali, nonostante il calo del prezzo del petrolio”. Ha voluto tuttavia evidenziare nello stesso comunicato la possibilità di sviluppare un elenco di materiali da costruzione di produzione locale che possano essere vietati temporaneamente all’importazione.

Il recente aumento della popolazione, registrato in Algeria in questi anni, ha ulteriormente aumentato la richiesta di aree edificabili nelle principali città algerine, tra cui Algeri, Orano, Costantina e Annaba. Questo aumento della popolazione ha portato il governo a modifiche continue ai servizi necessari per la creazione di nuovi centri urbani in linea con le esigenze nazionali.

TIPOLOGIA DELLE UNITÀ ABITATIVE

Le 1.034.566 unità abitative previste dal PCSC sono state aumentate con l’aggiunta di 1.228.597 ulteriori programmi nel Sud e Central Highlands. Quasi il 39% è destinato per le abitazioni rurali per incoraggiare le persone a tornare a coltivare la propria terra. La distribuzione delle 1.228.597 unità abitative del PCSC si articola nel modo seguente:
- Alloggi sociali in affitto (23%);
- Edilizia sociale partecipativa (23,2%);
- Alloggi rurali (38,7%);
- Case in vendita (10,5%);
- Altre tipologie abitative (4,6%).

Di questi 1,2 milioni di abitazioni che erano state promesse per il periodo 2010 – 2014, sono state costruite un numero limitato di unità abitative. A partire dalla fine del piano quinquennale, l’anno 2014 ha visto l’inizio di grandi progetti di edilizia abitativa finalizzati al raggiungimento di 418.752 unità in edilizia residenziale pubblica in affitto (164.749), abitazioni rurali (196.140), affitto di alloggi sociali (16.081 ), case popolari (17.893) abitazioni di leasing ALDA (20.600) e la locazione di alloggi offerti da “CNEP-bank” (3289 unità).

Il lancio di questo numero significativo di progetti ha portato ad un consumo finanziario record di 546 miliardi di dinari (circa 7 miliardi di dollari) con un volume di fondi utilizzati raggiunto tra il 2010 e il 2014 di più di 1.738 miliardi di DA. Alti tassi di spesa localmente sono la migliore prova che i programmi delle case sono oramai una realtà tangibile sul territorio.

Il settore immobiliare è in procinto di lanciare un nuovo programma quinquennale 2015-2019 dedicato al raggiungimento di 1,6 milioni di case, e si propone di risolvere la crisi degli alloggi entro il 2019, in particolare, migliorando il clima degli affari per il lavoro degli operai in proficua collaborazione con le organizzazioni dei datori di lavoro.

Inoltre, il Ministero degli alloggi, l’Urbanistica e il Comune, hanno annunciato nel mese di gennaio 2015, l’introduzione del nuovo programma quinquennale 2015 – 2019, una nuova soluzione per l’alloggio “auto -costruito”. Questa nuova formula offre ai cittadini l’opportunità di farsi la propria casa dopo l’acquisizione di un appezzamento di terreno e l’assistenza finanziaria da parte dello Stato, a condizione che i progetti rispettino il piano urbanistico.

Le lottizzazioni saranno permesse in una prima fase nei wilayas Southern Highlands e poi nei wilayas nord in una seconda fase. Secondo i dati del Ministero degli alloggi, 1098 siti interessati dalla lottizzazione di terreni si trovavano sin da febbraio 2015, in 425 città delle Highlands e del Sud. L’area complessiva di questi siti è 6.699 ettari, che consente la distribuzione di 295 394 appezzamenti, su indicazione del Ministero dell’Housing.

Inoltre, il Ministero dell’Housing and Urban Development, sta cercando di adottare misure correttive nel contesto delle costruzioni nel settore business per attirare maggiori investimenti privati interni al settore; questo mira ad aumentare la capacità di produzione. Diversi regolamenti che disciplinano il settore dell’edilizia abitativa sono in corso di revisione.

Si tratta essenzialmente di un testo, comprendente di misure per lottare contro la burocrazia in tutti i settori, compreso l’ambito delle abitazioni, che vedrà ridurre le procedure amministrative, tra cui l’ottenimento di permessi di costruzione. Questi incentivi saranno accompagnati da agevolazioni per l’ottenimento di lotti di terreno, così come nuovi regolamenti che tengano conto delle nuove tecniche costruttive, come l’uso di PVC e alluminio.

In conclusione, tutti gli ingredienti sono presenti per il decollo del settore degli alloggi che si concentra sull’aumento della capacità di produzione nazionale per rispondere alle grandi esigenze del mercato immobiliare. Amministratori, imprenditori ed industriali devono contribuire al decollo, come parte di una strategia per aumentare la capacità produttiva di 120.000 unità l’anno, con l’introduzione delle moderne tecniche di costruzione in cantieri organizzati secondo gli standard internazionali.

INDICAZIONI SUL PROGRAMMA PER LA REALIZZAZIONE DI ABITAZIONI

La aziende nazionali operanti nel settore edile e sollecitate a raggiungere 100.000 unità abitative costruite, non hanno risposto favorevolmente che per il 22% di tutti questi progetti, secondo i dati presentati dal Ministero delle Housing and Urban Planning della Città .
Il nuovo breve elenco redatto dal Ministero nel 2014 comprende 83 aziende che sono aumentate di ulteriori 23 aziende selezionate dopo l’elaborazione dei ricorsi, il numero totale è arrivato a 106. Promotori pubblici, come ENPI, OPGI e ALDA possono utilizzare questo elenco per selezionare una società ed entrare in un mercato “over the counter”, in grado di facilitare le procedure per il lancio di progetti di edilizia abitativa. Inoltre, il rafforzamento del settore dei materiali da costruzione in Algeria, compreso il lancio di 8 nuovi cementifici e impianti per la produzione dell’acciaio a Bellara (Jijel), sarà un fattore importante per sostenere e incoraggiare questi imprenditori edili, il cui numero supera i 35.000.

L’ENTREPRISE NATIONALE DE PROMOTION IMMOBILIERE (ENPI) IN ALGERIA

L’Ente nazionale per la promozione immobiliare “ENPI – SPA” è stato creato a seguito della riorganizzazione della Promozione Housing di imprese familiari “dell’EPLF”.
La sua missione principale è la realizzazione del programma di alloggi Promozionale Pubblico “LPP”.
Più di 32.000 unità saranno prodotte nell’ambito di progetti lanciati alla fine del 2014 nell’ambito del programma Public Housing Promotion (LPP).

Lo stato di avanzamento dei lavori di questi progetti si sviluppa su 39 wilayas ed oscilla tra il 5 e il 30%, il ritmo di attuazione ha visto un nuovo slancio nel 2015. La realizzazione di questi progetti è stata affidata ad aziende selezionate (70%) selezionati da elenchi di iscritti stabiliti dal Ministero delle abitazioni con il contributo di dirigenti – lavori pubblici (7%), joint venture (2,5%) e imprese private algerine (20,5%).
Tra gli ostacoli al lancio della realizzazione di progetti di edilizia abitativa, citiamo la difficoltà di ottenere lotti di terreno, in particolare ad Algeri, che ha visto alla fine del 2014 realizzati progetti edili per 15.906 abitazioni LPP.

Il programma promozionale residenziale pubblicato dalla (LPP), lanciato all’inizio del 2013 è stato indirizzato ai cittadini il cui reddito è compreso tra 108.000 e 216.000 DA.

PROGRAMMA HOUSING (LSP + PL + LPP), BREVE PANORAMICA PROGRAMMA ENPI

L’AGENZIA AADL

L’AADL sotto la supervisione del Ministero degli alloggi ha come scopo una missione di servizio pubblico, è dotata di personalità giuridica e autonomia finanziaria. Il suo scopo è, in tutto il territorio nazionale l’attuazione del programma nazionale di affitto – vendite, la promozione, la supervisione, lo sviluppo del territorio e della proprietà del mercato, l’azione di smantellamento delle attuali baraccopoli per riconvertirle in strutture abitabili di migliori condizioni, ristrutturazione e restauro di edifici antichi, restauro urbano, la creazione di nuove città.

Essa riguarda anche lo sviluppo di metodi di costruzione innovativi attraverso il suo programma di azione, elaborazione e diffusione di una informazione più ampia, la direzione dei mercati e degli attori fondiari ed edilizi (sviluppatori, cittadini, istituzioni finanziarie, enti locali, dei produttori di materiali, consulenti, società di produzione, gestori di proprietà, associazioni …)

L’Agenzia svolge anche il lavoro affidato dal Ministero, come ad esempio il fascicolo relativo allo sviluppo di nuove città come Boughzoul 270 km da Algeri, Ali Boumendjel nella Wilaya di Costantino e Sidi Abdellah in Provincia di Tipasa. A titolo informativo gli alloggi destinati ad essere affittati, cioè la tipologia F4, sono in una proporzione del 60% del totale, mentre le unità F3 del 40%. Per quanto riguarda la metratura delle abitazioni in affitto e vendita, vanno dai 75 mq ai 90 mq per le tipologie F3 e F4.

ALDA prevede di raggiungere 230.000 unità abitative, tra cui 106.373 unità realizzate e non ancora rifinite, e 124.000 in fase di costruzione. Per informazione vi presentiamo la distribuzione degli alloggi ALDA ed i prodotti PVC che potranno essere integrati nella costruzione.

Ripartizione del programma degli alloggi AADL 2 par wilaya :

Le Wilayas ed i lavori che non sono stati ancora avviati sono: Djelfa, Msila, Adrar Bordj Bou Arreridj, El-Oued El-Tarf, Illizi, Medea, Ouargla, Oum-El-Bouaghi, Souk Ahras, Tamanrasset, Tebessa Tiaret Tindouf, Tissemsilt.

L’OPGI

Lo stato offre diverse formule di aiuto (finanziate dal Fondo nazionale per le abitazioni CNL) per l’acquisto di beni immobili in Algeria. L’appartamento AADL (affitto di vendita) e la LPP è stato lanciato dal ministro degli Alloggi, ma le formule più note e promozionali sono l’Housing Assisted (LSP) e l’alloggio in Affitto pubblico (housing sociale). Il programma OPGI sotto la direzione del Ministero degli alloggi attraverso il territorio nazionale è una componente molto importante, vi presentiamo un elenco di contratti conclusi con le imprese nell’anno fiscale 2014.

L’obiettivo negli altipiani è quello di creare le condizioni e le misure appropriate per lo sviluppo di città che potranno avere un effetto a catena sul territorio di competenza e di conseguenza sviluppare la crescita. Gli obiettivi entro il 2025 riguardano il rinnovamento urbano in programma per l’opzione altopiani e richiede una ristrutturazione del sistema urbano esistente fino ad un sistema gerarchico articolato.

Gli altopiani sono interessati da 3 nuovi progetti per la realizzazione di città, di seguito riportate:

- Città Boughezoul in provincia di Medea: Nel cuore della regione degli altipiani, nella strategia nazionale di sviluppo territoriale;
- La nuova città di Aricha, in provincia di Tlemcen, che si trova a 80 km a sud della città di Tlemcen, è l’unico progetto urbano in un territorio di oltre 20.000 km2 dalla tangenziale ovest che porta agli altipiani, previsto per 150.000 abitanti entro il 2025;
- La nuova città di Inedghassen nella wilaya di Batna, che si trova 30 km a nord della città di Batna, che avrà la finalità di alleggerire con la sua realizzazione, la forte concentrazione di popolazione presente nelle città.

Gli altri principali progetti edili:

- Centro congressi internazionale: il Palazzo dei Congressi si trova nella Club des Pins di Algeri, sarà diretto dalla società cinese CSCEC e realizzato su una superficie di 270.000 mq, con un costo di 50 miliardi di dinari;
- Hotel Marriot: Il gruppo privato Red – Med vuole raggiungere il numero di 6 alberghi a tre stelle con un investimento di 50 milioni di dollari, il primo Hotel sarà realizzato a ADRAR, l’altro non lontano dalle aree industriali e portuali;
- Algeri MEDINA: progetto DAHLI Society Hotel HILTON che prevede un investimento di 2,5 miliardi di Euro, un business che si svilupperà su una superficie di 100 ettari vicino a Algeri SAFEX;
- La Grande Moschea di Algeri: il costo è di 1,2 miliardi di euro su una superficie di 275.000 mq sul lungomare di fronte al SAFEX e al progetto MEDINA Algeri. La CSCEC sta trattando per la realizzazione con una società cinese.

I Poli per lo Sviluppo della Competitività in Algeria nell’Area degli Altipiani

Per illustrare l’importanza della zona degli altipiani nella politica nazionale riguardante la creazione di poli di sviluppo e di competitività elenchiamo di seguito quelli previsti:

- Polo Elettronica: wilayas di Sétif e Bordj Bou Arreridj;
- Polo Meccanica e olio: wilaya TIARET;
- Polo BTPH: wilaya Msila, Batna, Djelfa, Naama, El Bayadh;
- Nuova divisione Energie: province di Djelfa, Boughezoul, Naama, El Bayadh;
- Audio industriale visiva divisione: province di Msila, Boussaada, Tébessa, Khenchela;
- Polo Turistico di fascia alta: Aures Nemmemachas, ksour l’Atlante sahariano;
- Polo cibo e Industrie: Djelfa Wilaya e Oum El Bouaghi;
- Polo Carne biologica e allevamento: wilaya di Saida, Tiaret, Msila, Djelfa, El Bayadh.

I SETTORI DELL’INDUSTRIA PUBBLICA IN ALGERIA

Degli oltre 6.800 progetti infrastrutturali pubblici previsti nel quadro del programma 2010-2014 quinquennale ne sono stati realizzati soltanto il 67%. Dei 10.188 progetti di investimento previsti all’inizio del periodo dei cinque anni, 3.812 progetti sono stati consegnati e 3.008 progetti sono ancora in corso, mentre il restante non è ancora stato realizzato. Questi progetti riguardano 26 settori, dei quali l’istruzione e l’istruzione superiore hanno fatto la parte del leone tra i progetti presentati.

Questo ha determinato l’allestimento di 2.784 apparecchiature nelle scuole superiori, scuole primarie con le loro infrastrutture di supporto (collegi, palestre, ecc) su 6.630 progetti previsti nel settore dell’istruzione, mentre 1.613 impianti sono attualmente in fase di realizzazione contro le 2.233 infrastrutture in attesa di essere realizzate.
Per quanto riguarda l’istruzione superiore, 390 apparecchiature sono state consegnate. Il programma iniziale prevedeva 1.016 attrezzature, compresi i 325 progetti attualmente in corso, contro i 301 progetti non iniziati.

Gli sforzi in materia di costruzione delle strutture pubbliche hanno portato ad un forte aumento degli investimenti finanziari che hanno superato i 773 miliardi di dinari. Il Ministero degli alloggi prevede per l’anno 2015 – 2016 la fornitura di attrezzature su 1.138 progetti e ulteriori 1.285 progetti di sviluppo in tutti i settori.
La situazione dei progetti settoriali di strutture pubbliche è soltanto per progetti la cui specializzazione nelle opere è garantita per delega, da strutture decentrate del Ministero dell’Housing and Urban Development; di solito la direzione delle wilayas riguarda abitazioni e i servizi pubblici DLEP dipendono dalle direzioni di Urbanistica e Edilizia UCR.

IL SETTORE SANITARIO E LE INFRASTRUTTURE SANITARIE IN ALGERIA

Per l’agenzia nazionale della gestione e realizzazione delle attrezzature e delle strutture sanitarie (Ares) una dotazione di 400 miliardi di dinari sarà dedicata alla costruzione di 5 nuovi CHU nelle città di Algeri, Tizi Ouzou, Tlemcen, Costantino e Ouargla. Allo stesso modo, l’agenzia ha dichiarato che i lavori di costruzione delle nuove strutture ospedaliere dovrebbero iniziare a breve, occuperanno 5 milioni di metri quadrati e saranno completati entro 48 mesi dall’inizio lavori.

Inoltre, l’operazione di ristrutturazione di 15 CHU richiederà la smobilizzo di 600 miliardi di dinari e coprirà un periodo di 10 anni, dopo aver constatato che lo stato attuale dei 15 ospedali attualmente esistenti è arrivato al limite e non risponde più agli standard internazionali minimi richiesti.

Per superare questa criticità, il Ministero della Salute ha avviato un progetto di riqualificazione, ristrutturazione, riabilitazione ed ammodernamento degli edifici esistenti, molti dei quali hanno un secolo di vita, e la maggior parte erano in origine caserme.

IL SETTORE IDRAULICO E LE RISORSE IDRICHE IN ALGERIA

Le risorse potenzialmente disponibili in Algeria sono stimate in 18 miliardi di metri cubi, di cui 10 miliardi di M³ tramite risorse di superficie, 2,5 miliardi di M³ in risorse idriche sotterranee nel Nord e M³ 5,5 miliardi di metri cubi (superficiali e sotterranee), nel sud.

Di fronte alla sfida di garantire un’adeguata copertura alle sempre crescenti esigenze idriche a livello nazionale, sia in ambito agricolo che industriale dovute ad una penuria allarmante della risorsa, una nuova politica idrica nazionale si sta attuando dai primi anni 2000. Si ruota intorno a tre assi principali ossia : migliorare l’organizzazione e lo sviluppo delle risorse in tutte le sue forme, la tutela economica dell’acqua e la riforma del quadro di governance dell’acqua.

Attualmente ci sono 70 dighe in funzione, 14 in costruzione per una capacità complessiva a regime di 8,4 miliardi di metri cubi di acqua di mare, 9 impianti di dissalazione in esercizio e altri quattro in corso di realizzazione per una capacità globale di 2,3 milioni di m³ al giorno. Inoltre, i 140 impianti per il trattamento delle acque reflue permettono di recuperare circa 800 milioni di metri cubi al giorno di acque reflue trattate.

Queste infrastrutture di gestione delle acquee, provenienti sia da dighe convenzionali, sia da grandi trasferimenti e acque sotterranee o non convenzionali da parte di impianti di dissalazione dell’acqua di mare e riutilizzo delle acque reflue trattate, stanno dando in Algeria risposte concrete ai problemi di scarsità d’acqua. I risultati concreti di questa azione proattiva da parte dello stato, non tarderanno a farsi sentire. Gli indicatori di sviluppo nel settore idrico sono aumentati in modo significativo tendendo a superare di gran lunga gli obiettivi del millennio fissati in questo settore dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.

La distribuzione equa delle risorse idriche tra le diverse regioni del territorio algerino costituisce un asse della politica attuata dal governo. Per superare le disparità geografiche, un programma di infrastrutture idriche regionali mirano a garantire una maggiore equità tra le regioni per l’accesso all’acqua. Negli ultimi dieci anni importanti operazioni sono state effettuate, e sono in fase di realizzazione per l’ANBT.

Questi acquedotti, rispondono agli obiettivi riguardanti la strategia per la sicurezza alimentare del paese, volte a sostenere le regioni con forte potenziale agricolo. Così, ad esempio, con la costruzione di grandi acquedotti alle wilayas di Setif e Djelfa, il governo intende rendere questi wilayas aree produttrici di grano, che, nel giro di pochi anni, garantiranno il 20% del fabbisogno del paese in questo ambito.

Queste iniziative aspirano a collegare le risorse idriche dei vari sistemi regionali a beneficio dei grandi centri urbani, mentre le città circostanti saranno servite attraverso infrastrutture più piccole.

IL SETTORE DELL’ENERGIA IN ALGERIA

- Censimento delle case da collegare per la fornitura del gas;
- Lancio di studi di attuazione dei progetti;
- Definizione dei piani annuali per wilaya;
- Partenza dei lavori di costruzione da parte delle società controllate da Sonelgaz in conformità con le norme sugli appalti pubblici.

Per quanto riguarda la distribuzione del gas della rete pubblica è previsto:

- Il collegamento di 1.000.000 di utilizzatori ;
- Il programma di Stato che prevede una quota di 211.600 MDA (milioni di dinari).

La prospettiva d’investimento della SONELGAZ per il periodo 2015 – 2019 si concentra sui mezzi di produzione e sulla trasmissione e distribuzione del gas. Viene stabilito un programma di approvvigionamento per soddisfare le necessità del mercato nazionale del gas naturale. Questo grande progetto ha lo scopo di soddisfare la domanda di gas delle popolazioni, la fornitura sicura nel paese al termine e il sostegno a medio e lungo termine, in particolare, per lo sviluppo delle Highlands e le zone del sud. Questo programma riguarda l’approvvigionamento, GN o GPL, per nuovi clienti.

Si prevede la costruzione di 5.900 chilometri di rete di trasmissione ad alta pressione e l’espansione della rete esistente. Il finanziamento per questo nuovo programma è coperto da aiuti di stato per il 75%, mentre il 25% sarà a cura di Sonelgaz. La lunghezza complessiva del sistema di trasmissione del gas, da completare entro il 2023, sarà di 11,553 mila chilometri, di cui 7.862 km sono già stati deliberati. L’importo complessivo previsto per tutti i lavori relativi allo sviluppo della rete di trasporto del gas per il periodo 2013 – 2023 è di circa 382.554 milioni di DA (dinari).

IL PROGRAMMA DI SVILUPPO PER LE WILAYAS DEL SUD

Il programma elaborato, riguarda i seguenti 10 wilaya nel SUD: Adrar, Laghouat, Biskra, Bechar, Tamanrasset, Ouargla, Illizi, Tindouf, e Wadi EL Ghardaia, senza contare la realizzazione della nuova città di Hassi Messaoud nel contesto della conservazione di questo giacimento petrolifero. In tal modo, lo sviluppo deciso nel quadro del programma speciale per lo sviluppo del Sud ammonta a un totale di 377 miliardi DA (Dinari). Oltre 296 miliardi di dinari sono destinati al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni, dei quali :
- Oltre 110 miliardi di dinari per il completamento di 60.000 abitazioni supplementari;
- Quasi 20 miliardi di DA per il collegamento di case al gas naturale e all’energia elettrica;
- Più di 80 miliardi di dinari per le risorse idriche;
- Quasi 7 miliardi DA destinati all’istruzione superiore soprattutto per la produzione di 10.000 posti di insegnamento aggiuntivo e 7.500 posti letto rifugio;
- Quasi 12 miliardi di DA per l’istruzione nazionale e la realizzazione di 14 scuole superiori, 50 scuole elementari, 497 classi, 202 mense scolastiche e 372 impianti sportivi ;
- Più di tre miliardi di dinari per la formazione professionale, al fine di realizzare 11 centri di formazione, 10 di specializzazione e di internato;
- 15 miliardi di DA per la salute, per la costruzione di novi ospedali, due ospedali universitari, 20 unità di trattamento laser e 13 centri di cura specializzati;
- Quasi 6 miliardi di dinari per il settore giovanile e dello sport per raggiungere in particolare 10 palestre, 16 complessi sportivi di prossimità, e 31 piscine;
- 19 miliardi di DA per il rafforzamento dei dispositivi di promozione dell’occupazione;
- 3 miliardi di dinari per il settore culturale per la realizzazione di 19 biblioteche, 2 teatri, 1 museo e 1 conservatorio di musica;
- 2,5 miliardi di DA per la protezione ambientale.

Circa 74 miliardi di DA per lo sviluppo economico, tra cui:
- Più di 47 miliardi di dinari per lo sviluppo e il potenziamento della rete stradale;
- Più di 2 miliardi di dinari per il settore trasporto;
- Più di 17 miliardi di dinari per il settore agricolo;
- Più di 2 miliardi di dinari per lo sviluppo delle aree industriali e delle attività;
- Più di un miliardo di DA per lo sviluppo delle piccole e medie imprese, artigianato e turismo;
- 3 miliardi di dinari per il miglioramento dei tassi di interesse bancari del credito per gli investimenti in piccole e medie imprese e nel settore agricolo;
- Circa 20 miliardi di DA per il perfezionamento dei metodi di gestione e amministrazione, tra cui servizi di giustizia e di controllo.

IL PROGRAMMA DEGLI INVESTIMENTI DEL 2014 IN ALGERIA

L’Algeria ha registrato nel corso del 2014 un netto incremento dei progetti d’investimento, pari al 28% rispetto al contributo stanziato nell’anno 2013. Non meno di 10.000 progetti di investimento sono stati avviati in Algeria nel corso dell’anno 2.014 secondo il Ministero dell’Industria e delle Miniere.
Questi investimenti si sono concentrati sulla creazione di imprese produttive che hanno prodotto un valore aggiunto in diversi settori, tra cui quello industriale, e l’estensione ad altri, nell’ordine di oltre 2 miliardi di DA (dinari), di cui 1 5 miliardi di DA attraverso progetti di partenariato straniero, pari al 62% del costo complessivo. Il 60% dei progetti hanno riguardato lo sviluppo di potenzialità produttive, l’introduzione di tecnologie innovative e l’acquisizione di conoscenze e strumenti per la governance e lo sviluppo di imprese sui mercati nazionali e internazionali.

Questi progetti hanno raggiunto diversi segmenti di business, tra cui Agri-Food, Industria, Chimica e Industria, questi risultati “forniscono informazioni sul costante miglioramento del clima degli affari in Algeria”, tra cui includiamo le partnership con operatori esteri.

Il settore industriale, dove gli investimenti si concentrano soprattutto nei settori della trasformazione, si classifica in prima posizione sia per l’ammontare degli investimenti sia nella potenzialità di creazione di posti di lavoro, con 1.845 progetti e 1.507 milioni di DA nel 2014, con un potenziale di creazione di 71.362 posti di lavoro (47,27% del potenziale totale).

Questa tendenza si osserva anche per progetti di investimento stipulati con stranieri, che sono concentrati nel settore industriale, nel caso di 74 progetti per un importo di 156 miliardi DA, soprattutto nel settore dell’industria siderurgica, meccanica ed elettrica, chimica, alimentare e dei materiali da costruzione. Inoltre, si è notato un notevole volume di investimenti di partenariato nelle regioni di Hauts Plateaux e del Sud.

Nel complesso, i distretti industriali più interessati da tutti i progetti registrati tramite ANDI sono le industrie alimentari (IAA), che rappresentano il 26% di tutti i progetti industriali segnalati, seguiti da quello dei materiali costruzioni 22,4%, l’industria siderurgica, acciaio, meccanica ed elettrica (ISMME) al 17.13% e l’industria chimica al 15,72%.

Questi risultati mostrano un forte impegno nel settore industriale, da parte dello Stato per la diversificazione e lo sviluppo delle attività industriali, e rivelano importanti mercati da conquistare in diverse aree di attività e lavorazione industriale, LPN, attività estrattive e altri settori.

MATERIALI PER IL BTPH, REALIZZAZIONE E MEZZI NECESSARI

La produzione locale di materie prime, nonostante le grandi riserve, non può soddisfare la forte crescita della domanda locale, che ha richiesto un incremento delle importazioni, tra cui le importazioni di cemento, acciaio, tubi, materiali e attrezzature, come: rivestimenti, impianti idraulici, elettrici, ferramenta, ecc … … e la produzione di materiali, macchinari e attrezzature. Il mercato secondario, che beneficia di un settore edile sano, soffre di scarsa qualità della produzione locale.

Edilizia nazionale

La decisione del governo relativa al divieto sulle importazioni di materiali da costruzione è giustificata, da una produzione nazionale moderatamente sufficiente per la realizzazione di tutti i programmi. Le autorità del Paese si sono così espresse: “É un crimine economico, importare materie prime, la cui produzione è possibile nel nostro paese.”

Il Progetto di re-industrializzazione del paese passa attraverso il sostegno alla produzione interna, che, in molti settori, possono e devono sostituire le importazioni. E’ quindi, sarà importante sviluppare la piccola e media impresa e la subfornitura, che riceverà continua attenzione attraverso la facilitazione delle procedure di creazione e sostegno al piano di sviluppo.

La strategia si focalizzerà sulla rimozione dei vincoli alla crescita forte e sarà sostenuta attraverso il miglioramento delle condizioni di investimento. Così ANDI sarà trasformato in un polo specializzato a guidare i potenziali investitori in progetti promettenti, accompagnarne la loro realizzazione e fornire consulenza in organizzazione e gestione, e in merito alla legge sulla promozione degli investimenti che sarà modificata in linea con la liberalizzazione degli investimenti, e con l’imprenditorialità ed il sostegno pubblico ai progetti imprenditoriali.

I prodotti importati saranno sostituiti dai materiali prodotti localmente

La riduzione del costo delle importazioni sarà realizzato attraverso la sostituzione del legno con altri prodotti quali il PVC e l’alluminio, in particolare nel settore dell’edilizia. Il paese importa in media dai 300 ai 320 milioni di dollari in legno ogni anno. L’industria del legno raggiunge un fatturato medio di non meno di 12 miliardi di dinari (12 milioni di euro). Una parte significativa delle importazioni di conifere proviene dai paesi nordici (Finlandia e Svezia) o dalla Russia. Querce e faggi sono importati dall’Europa, il legno tropicale da Africa e Asia. Ogni anno, la domanda è stimata sui 1,5 milioni di metri cubi, mentre la produzione locale è in grado di soddisfare solo il 15% di questa domanda. Questo ha determinato una spesa astronomica nell’importazione del legno, soprattutto a causa dei bisogni riguardanti i progetti avviati da parte dello Stato.

PVC e alluminio per fermare l’utilizzo del legno

I cantieri edili monopolizzano, da soli, oltre il 70% delle importazioni di legname. Nonostante le azioni intraprese dal governo per educare i costruttori circa i benefici dell’uso di casseforme con morsetti in metallo che offrono periodi di ammortamento molto più lunghi del legno, i produttori continuano ad usare il legno, nonostante il suo elevato costo.

Di contro, altri materiali sono entrati nel mercato algerino, in particolare nel settore della carpenteria per l’edilizia residenziale e promozionale. Ad esempio il PVC di produzione locale, attraverso una capacità produttiva di 30.000 tonnellate, mentre il volume delle importazioni dalla Turchia e dalla Cina non sono conosciuti. Questo prodotto ha dei vantaggi che riducono i costi a lungo termine, perché la loro durata è stimata in 50 anni.

Un altro materiale è l’alluminio e nello specifico l’impianto situato a Beni Saf (Témouchent) viene gestito da un consorzio di società preposte allo sviluppo: Moubadala (Moubadala Development Company), Dubai Aluminium (Dubal) e da un consorzio algerino composto da Sonatrach e Sonelgaz. Hanno una capacità produttiva di 700.000 tonnellate all’anno. Una seconda fonderia, con una capacità di 1,5 milioni di tonnellate annue, sta per essere realizzata dal gruppo Cevital, in collaborazione con la canadese Rio Tinto Alcan, e dovrebbe essere realizzata nel 2016. Quindi, dovremmo vedere le importazioni di legname ridursi in futuro. Attualmente l’impiego nelle costruzioni di tutti gli elementi in legno è pari 70%, contro l’uso dell’alluminio e del PVC che rappresentano solo il 15% circa ciascuno.

CENSIMENTO ECONOMICO DELLA SOCIETÀ IN ALGERIA

Il numero di società censite sul territorio nazionale ha raggiunto 990.496 unità di cui più di 934.200 società di capitali che rappresentano oltre il 94% del totale e il resto (56.246), cioè il 6%, sono studi di consulenza amministrativa; questi i risultati finali diffusi dal Ufficio nazionale di statistica (NSO).

Questa importante operazione, la prima del suo genere in Algeria, ha rivelato che l’economia nazionale è fortemente dominata da ditte individuali per il 95% (888.794), mentre le persone giuridiche (aziende) rappresentano solo il 5% pari a 45.456 unità, tale risultato è indicativo di un’economia essenzialmente basata su micro impresa.

La struttura delle persone giuridiche ai wilaya, mostra una concentrazione del 21% del capitale, seguita da lontano dalla wilaya di Oran (6,8%) e Sétif 5,3%, questo è il risultato dell’indagine di mercato che aveva come obiettivo il censimento di tutte le istituzioni economiche e amministrative, indipendentemente dal settore e forma giuridica, con esclusione del settore agricolo.

Lo stesso andamento è stato osservato per le ditte individuali, così l’area di Algiers è caratterizzata dalla presenza del 9,9% di soggetti economici, seguita da Oran (5,6%) e Setif (5,1%). D’altra parte, il numero di realtà industriali individuate è 95.445, di cui 24,8% operano in vari settori, 23,4% nella fabbricazione di prodotti in metallo, 11,1%, nell’abbigliamento, l’1,7% nella lavorazione del legno, l’ 1,3% nel tessile, l’1,3% nella riparazione e installazione di macchine e apparecchiature.

Inoltre, su 934.250 realtà imprenditoriali, l’84% pari a (781.439) si trovano in aree urbane contro il 16% pari a (152.811) in aree rurali. Delle aree urbane, Algeri è al primo posto con oltre il 12% del totale, Orano in seconda posizione (6,6%), seguita dalla wilaya di Setif con 4,8%, secondo i risultati finali del censimento. Per le zone rurali, la wilaya di Tizi Ouzou si trova al primo posto con l’8,1% del totale e Setif al secondo con il 6,7%. In termini di attività, l’81,3% delle industrie estrattive sono situate in zone rurali, mentre la produzione rappresenta il 19%, secondo i risultati dell’indagine.

GLI ATTUALI OPERATORI EDILI IN ALGERIA

In termini di risultati nel campo delle costruzioni, il censimento ha registrato 26.780 imprese, la cui attività principale è la costruzione. Va notato che su questo totale di 26.780 aziende, il 17% pari a 4.222 Aziende sono state classificate e qualificate per il lancio del programma quinquennale.

Mentre gli operatori pubblici soffrono più fortemente i vincoli di bilancio, iniziative private nazionali stanno vivendo un vero boom, legato all’entusiasmo generato dalle prospettive e opportunità di crescita del settore BTPH. Tra le imprese straniere, le imprese cinesi sono molto competitive, esse hanno vinto la maggior parte degli appalti edili più recenti. Molti operatori provenienti dal Medio Oriente e dalla Turchia come (Sidar, Emar, Fiducia investimenti …) ed imprese edili come (Arab Contractors, Atlas, etc.) stanno beneficiando del contesto attuale.

I LAVORI STRADALI

Il Ministero dei Lavori Pubblici (DPW) gestisce una rete stradale totale di circa 108.000 km (di cui il 70% asfaltate), 4.800 ponti e fornisce l’85% del trasporto di merci e persone nel paese. Un quarto della rete attuale è in cattive condizioni e una buona metà delle opere hanno bisogno di essere ristrutturate. Il progetto principale consiste nella realizzazione dell’autostrada Est-Ovest, questa è una priorità per il Governo (PCCS progetto registrato), lunga 1.216 km, collegherà le principali città del nord del paese.

Il progetto dell’autostrada di The Highlands che dovrà collegare wilaya di Tlemcen a TEBESSA è stato lanciato di recente; in seguito alla preparazione degli studi relativi a questo progetto di 1.020 Km si procederà all’inizio dei lavori del tratto riguardante TIARET che collegherà il confine algerino – tunisino lungo 800 Km, mentre quelli relativi al tratto algerino – marocchino TLEMCEN inizieranno successivamente.

Nel quadro dei programmi PCSC e dei programmi speciali per il sud e per gli altipiani, ci sono anche progetti per ristrutturare più di 14.000 km di strade e 50 ponti, costruire oltre 3.700 km di nuove strade e 216 ponti e realizzare 3.700 km di canali per raggiungere città rurali. Per il Ministero dei Lavori Pubblici importanti progetti per il futuro sono:

IN CORSO DI PROGETTAZIONE IN ALGERIA:

17 Progetti sui 1.396 km di collegamenti autostradali veloci (sull’asse Highway East / West identificati dal ARDS nel periodo (2005-2025):
- Progetto d’A.P.D. autostrada che collega Bejaia all’autostrada Est-West Highway per 100 Km. ;
- Studio e sviluppo di una superstrada, alla periferia del parco dei grandi venti;
- Studio di una autostrada per gli altipiani;
- Studio della terza tangenziale sud di Algeri: Boumerdes – Tipaza sud per complessivi 150 Km su due corsie;
- Studio del quarto Ring Road tra la wilaya di Ain Defla – Bordj Bou Arreridj 300 Km;
- Studio del raddoppio della RN 01 per 320 Km;
- Studio del raddoppio della RN 67 per 20 Km;
- Studio di ampliamento da 2 a 3 corsie dell’autostrada che collega la seconda circonvallazione della nuova città Bouinan per 13 Km.

LAVORI ESEGUITI IN ALGERIA:

- Realizzazione del terzo raccordo anulare tra Boumerdes – Tipaza sud per 150 Km in corsie 2X2;
- Completamento del quarto Ring Road tra la wilaya di Ain Defla – Bordj Bou Arreridj per 300 Km in corsie 2×2 espandibile a 3 corsie attraverso la wilaya di Tipaza, Blida e Boumerdes;
- Realizzazione della superstrada Bou Ismail Cherchell, con collegamenti alla OEA 65 Km;
- Realizzazione del viadotto Trans Rhumel a Constantine;
- Sviluppo della RN 12 tratto autostradale a 2X2 corsie per 23,5 km;
- Realizzazione del raddoppio della RN 01 per 70 Km tra Boughezoul Berrouaghia e nella provincia di Medea;
- Realizzazione del raddoppio della RN 24 per 9 Km (seconda Tranche) nella wilaya di Algeri;
- Realizzazione di strade dalle 10 zone di interesse turistico delle 07 wilayas costiere di Algeri, Tipaza, Annaba, El Tarf, Tlemcen, Orano, Ain Temouchent, Mostaganem;
- Realizzazione della sezione di autostrada prioritari degli altipiani per 600 Km Saida Batna;
- Il completamento della superstrada che collega Porto Djen Djen fino alla Highway EO per 100 Km;
- Esecuzione di un collegamento autostradale a 2×3 corsie collegante la seconda circonvallazione per la nuova città di Bouinan per 13 Km.

REALIZZAZIONE DI AREE PORTUALI E COSTIERE – MASTER PLAN 2005 – 2025 IN ALGERIA

I risultati previsti per la realizzazione di porti fino al 2025 sono i seguenti:
- Realizzazione di diciannove (19) porti per natanti dedicati alla pesca;
- Sviluppo e potenziamento della capacità di ventuno (21) porti dedicati anche ai pescherecci;
- Realizzazione di sedici (16) porti turistici;
- Protezione dei ventisette (27) siti a terra su 16 km;
- Realizzazione di trentasei (36) spiagge;
- La manutenzione di 498 spiagge e realizzazione di 36 accessi alle spiagge;

PRINCIPALI PROGETTI DI GESTIONE STRADALE (MTP) IN ALGERIA

Il progetto di sviluppo stradale e autostradale (ARDS) 2005/2025 è il quadro che ha determinato la configurazione ottimale della rete stradale esistente, finalizzato a soddisfare i futuri collegamenti stradali e di trasporto autostradale, per sostenere lo sviluppo socio-economico dell’Algeria fino al 2025.
Tale obiettivo si concentra sulle seguenti aree principali:
- La continuità della capacità di estensione della rete;
- Il rafforzamento dell’intermodalità;
- La conservazione del patrimonio e dell’ambiente;
- Il rafforzamento della rete viaria degli altipiani;
- Lo sviluppo della rete autostradale nel profondo sud, lo sviluppo di collegamenti principali e strade di frontiera per l’apertura a un maggiore sviluppo degli scambi con l’Africa.

I GRANDI PROGETTI PER LA GESTIONE DELLA RETE FERROVIARIA IN ALGERIA

Il governo attribuisce grande importanza al settore delle ferrovie a cui ha dedicato un buon investimento. Nel 2012, il governo algerino ha annunciato di prevedere un massiccio investimento di circa 18 miliardi di dollari in questo settore per l’ammodernamento delle infrastrutture di trasporto ferroviario fino al 2015.
La cifra attuale di 25 miliardi di dollari è attualmente sul tavolo dell’Agenzia Nazionale per gli Studi e la realizzazione e il monitoraggio degli investimenti nel settore ferroviario, (ANESRIF) è il prime contractor in questo settore. I principali progetti:
- La modernizzazione della circonvallazione ferroviaria nord-marocchina, Annaba Algeri – Orano-border di 1.200 km ;
- L’ammodernamento e creazione di nuove linee ferroviarie a partire dal raccordo del Nord;
- L’elettrificazione delle linee esistenti, tra cui la tangenziale nord;
- L’elettrificazione della rete suburbana di Algeri;
- L’elettrificazione completa della rete algerina (prevista per il 2020);
- L’ammodernamento di 430 km di linee ferroviarie;
- Il raggiungimento di 391 km di nuove linee;
- L’ammodernamento di linee e stazioni per 1.100 km;
- Il raddoppio ed il rifacimento di oltre 600 km di linee;
- La realizzazione della ferrovia ad alta velocità;
- La realizzazione di due linee Nord-Sud;

ANALISI AMBIENTALE IN ALGERIA

Da quanto sopra esposto, e tenuto conto dei dati di mercato attuali e le tendenze per il futuro in diversi settori, il mercato del BTPH è in grande sviluppo. Il settore dei lavori pubblici, occupa un posto centrale nell’azione di governo a breve e medio termine. É considerato come la leva principale di ripresa con un numero significativo di posti di lavoro generati. Programmi stradali e aeroportuali dovrebbero comportare un livello di consumo di bitume di circa 1 milione di Tons anno per i prossimi cinque anni.

Inoltre, le manifestazioni fieristiche tenutesi in Algeria negli ultimi anni, quali: BATIMATEC, la FIA, la SITEP il SIEE, PMI, ecc …. hanno offerto l’opportunità per gli investitori, di avere una migliore percezione del mercato algerino e misurare il suo potenziale industriale e le sue opportunità, che con ogni probabilità può offrire in termini di alleanze e partnership. Queste manifestazioni, si sono dimostrate come un evento chiave per gli imprenditori e le aziende estere a livello internazionale.

L’evento BATIMATEC 2015, è capitato a proposito, per presentare tutte la potenzialità che il settore dell’edilizia rappresenta sia in termini economici, che di risultati visibili, per tutti coloro che si chiedono cosa possa significare in termini di ripresa economica ed opportunità imprenditoriale. Un rilancio di dimensioni gigantesche del settore, al punto che non ci saranno abbastanza aziende algerine per soddisfare queste esigenze. Una manna per i gruppi stranieri per dimostrare le loro competenze.

INFORMAZIONI GENERALI SUGLI INVESTIMENTI (FONTE ANDI) IN ALGERIA

Di seguito le informazioni sugli investimenti effettuati per individuare il livello di investimenti in Algeria.

Suddivisione dei progetti di investimento realizzati negli anni dal 2002 A 2012

Algeria suddivisione progetti di investimento
Algeria progetti di investimento partenariati e investimento locale

EVOLUZIONE DEL TASSO DI CAMBIO

Fonte: Banca d’Algeria

Algeria evoluzione del tasso di cambio

Il tasso medio annuo del dinaro nei confronti del dollaro si è deprezzato del 2,36%. Il tasso di cambio medio annuo del dinaro algerino nei confronti del dollaro americano si attesta a $ 79,3809 USD/DZD nel 2013, 77,5519 USD / DZD nel 2012. Il tasso di cambio medio annuo del dinaro rispetto all’euro si è deprezzato del 3,21% nel 2013 rispetto all’anno 2012, passando da 102,1627 EUR/DZD del 2012 al 105,4374 EUR/DZD nel 2013 .

CONCLUSIONI SUL PAESE ALGERIA

La società è il cuore pulsante di ogni processo di sviluppo industriale di una nazione. L’ambizione del governo algerino attualmente è di creare le condizioni per la nascita di imprese moderne, innovative, e l’evoluzione degli standard internazionali di eccellenza e di competitività. Stimolare lo spirito imprenditoriale, incoraggiare i leader di progetto e gli innovatori è una preoccupazione costante del governo, il quale agisce su più leve in questa direzione. Il governo sta lavorando con metodo nell’eliminare tutti i vincoli allo sviluppo delle imprese e agli investimenti.

Il mercato algerino è uno dei più redditizi della grande regione Eur-Afrique. Offre buone prospettive di sviluppo fino al 2030. La crescita è stata ottenuta principalmente dal programma nazionale di edilizia abitativa, che mira a ridurre l’enorme il deficit abitativo che l’Algeria ha accumulato nel corso degli ultimi decenni e che si sta progressivamente eliminando con efficacia.

In effetti, la BTPH è la locomotiva per la crescita economica e si comporta come la vera spina dorsale dell’economia algerina, i settori dell’edilizia, le costruzioni, le opere pubbliche e le abitazioni continuano a mostrare una crescita rispetto ad altri singoli settori.

Il coinvolgimento senza precedenti del governo nel rilancio del Paese, spiega questa crescita. E il trend positivo continuerà per anni. In primo luogo, perché le esigenze della domanda sociale sono ancora numerose e in costante evoluzione.

Sapendo che le esigenze nazionali espresse ruotano intorno a 250.000 unità all’anno, si richiede una pressante necessità di modernizzare il paese, per questo, sono previsti altri importanti progetti di costruzione. L’ultimo programma di alloggi è un esempio eloquente per ambizione e dimensione. Ovviamente, in questo campo, è utile ricordare che non si dispone di ingegneria, nuove tecniche e tecnologie per affrontare queste sfide.

Inoltre, a parte poche grandi imprese algerine, la maggior delle altre non può affrontare una tale sfida. Di fatto, questi grandi progetti richiedono necessariamente la partecipazione e il coinvolgimento diretto di partner stranieri, necessari per trasferire competenze e tecnologie. Infine, l’industria delle costruzioni, va ricordato, è diventata il fornitore numero uno di posti di lavoro in Algeria.

Dobbiamo anche aggiungere alle attività strategiche dello Stato, la realizzazione di nuove città sulle due direttrici autostradali in prossimità delle città di Algeri e Blida. Questo apre nuovi orizzonti per Territori attualmente depressi, che così saranno in grado di alleggerire la pressione sulle grandi città.

Per questo può essere aggiunto il piano di sviluppo che ha come target la popolazione degli altipiani e delle zone sahariane meridionali, in particolare attraverso la creazione di nuove città e l’espansione delle città esistenti.

Un barometro importante fornisce informazioni sull’attività della BTPH, vale a dire il settore del commercio equo e solidale. Infatti, fiere di settore in Algeria negli ultimi anni, quali: BATIMATEC, la FIA, la SITEP il SIEE, piccole e medie imprese, BEST 5 ALGERIE, ecc …. offrono l’opportunità per gli investitori di avere una migliore percezione del mercato algerino e misurare il suo potenziale industriale e le opportunità che con ogni probabilità il mercato ha da offrire in termini di alleanze e partnership. Questi eventi, si sono affermati come elemento chiave della professione su scala continentale.

Guardando più da vicino i risultati della economia algerina che si evincono da vari report e analisi provenienti da istituzioni nazionali o straniere, si evidenzia il picco di crescita costante, guidata da un programma consistente principalmente in investimenti pubblici e dagli impegni significativi provenienti dal settore privato.

L’economia algerina non funziona solo con il settore degli idrocarburi, BTPH e altri, anche i servizi, l’agricoltura, presentano il loro notevole dinamismo. Secondo la COFACE (http://www.coface.com/Economic-Studies-and-Country-Risks/Algeria),
le aziende beneficiano in Algeria di un contesto economico vivace ed in crescita. Questo tiene conto della forza della domanda interna causata dai progetti dello Stato e dalla spesa dei consumatori in forte aumento, a seguito della creazione di posti di lavoro che producono reddito supplementare per le famiglie.

La scelta di muoversi in Algeria attraverso le joint venture è un passo strategico per le PMI e i detentori di progetti di investimento. Il 2015 inizia con prospettive economiche promettenti. Cosa potrebbe essere più favorevole per gli imprenditori, di un ambiente socio-economico caratterizzato da pace sociale, e una proliferazione di grandi progetti in infrastrutture ?

INFORMAZIONI NECESSARI PER I VIAGGI D’AFFARI IN ALGERIA

Sviluppare e mantenere buone relazioni con gli algerini si può, capendo meglio la loro mentalità.
- L’organizzazione per un appuntamento di lavoro è necessario di per sé. Il fine settimana algerino è Venerdì e Sabato. L’orario degli uffici va dalle 8:00 alle 16:30;
- L’arabo è la lingua ufficiale dell’Algeria. Le lingue nazionali di Algeria sono arabo e tamazight. Il francese viene utilizzato come linguaggio tecnico e professionale;
- La documentazione in francese è preferibile a quella solo in inglese o in arabo. L’inserimento di immagini, troppo in contatto con gli usi e costumi locali potrebbero creare tensione, nella presentazione (salsicce di maiale, l’erotismo, ecc.);
- Per prenotare il tuo albergo, la capitale propone molti e ottimi alberghi. Gli hotel di qualità rapidamente sono al completo in occasione di eventi internazionali (convegni, fiere e mostre, …). Meglio prenotare da casa prima di partire. Alberghi internazionali forniscono un servizio navetta gratuito su prenotazione. In caso contrario, prendere in considerazione un taxi o una macchina con autista;
- Evitare lunghi viaggi in macchina, di notte, soprattutto senza accompagnamento algerino. Evitare di ostentare un atteggiamento di lusso sfrenato. L’atteggiamento molto cordiale dimostrato dai locali, non deve far dimenticare le precauzioni di base;
- In Algeria, la dimensione relazionale è molto importante. Dobbiamo prenderci il tempo di conoscere l’approccio informale. È quindi necessario tenere conto di questo parametro nel determinare il programma. Tuttavia, arrivare puntuali ad un appuntamento, è un segno di rispetto per la persona che ve lo ha concesso. Non fatevi ingannare dalle apparenze, il modo di vestire del vostro interlocutore o la piccola dimensione della sua azienda non deve essere motivo di discriminazione e potrebbe non riflettere le reali potenzialità.
– Si consiglia un abbigliamento “classico” per gli uomini e “non provocatorio” per le donne. Ricordate che il vostro interlocutore ha spesso più familiarità con il vostro contesto culturale attraverso i media (antenna satellitare, viaggi e internet) che voi del suo;
- Si consiglia di concentrarsi, rendendosi disponibili alle loro necessità e priorità. Assicuratevi di ben identificare i vostri interlocutori, è necessario che i negoziatori abbiano stesso livello di responsabilità e/o livello tecnico;
- Gli uomini d’affari algerini sono spesso coinvolti in diverse attività imprenditoriali e possono presentare più biglietti da visita. La dimensione familiare delle imprese algerine può fare di questi operatori dei buoni partner;
- Il settore pubblico e il settore privato non hanno la stessa modalità di funzionamento commerciale. La pubblicazione dell’appalto può essere differito come molto immediato. Un partenariato sostenibile è spesso richiesto. Il supporto di una consulenza giuridica è essenziale per garantire un intervento rapido nei tempi richiesti;
- In Algeria, l’immagine del Brand del prodotto europeo è riconosciuto. I francesi sono favoriti rispetto alle altre nazionalità per vicinanza culturale, e qualità dei loro prodotti / servizi, know-how e assistenza tecnica. Ciononostante i concorrenti di tutto il mondo, sono numerosi e molto competitivi verso i francesi.
- Anche se molto attenti ai prezzi, gli algerini sono sensibili alla consulenza e supporto formativo di post-vendita. I vostri interlocutori potrebbero avere una forte conoscenza tecnica o una conoscenza da piccola impresa;
- In un mercato aperto di recente, come quello Algerino, le opportunità di sviluppo del business sono molte. I vostri interlocutori potrebbero avere capacità finanziaria a volte tanto quanto una certa mancanza di preparazione nel loro progetto;
- La carta di credito non viene ancora utilizzata, se non in alberghi internazionali. Le banche stanno installando attualmente dispositivi di pagamento elettronico;
- I servizi di posta algerini sono abbastanza buoni. Tuttavia i tempi di consegna di una lettera possono essere lunghi. Per le comunicazioni importanti o invio di valori, scegliere la posta raccomandata o servizi di corriere (Chronopost, UPS e DHL sono presenti in Algeria);
- Il periodo del Ramadan è 1 mese. Si tratta di un periodo di digiuno ed i ristoranti sono chiusi, ad eccezione di quelli degli hotel internazionali, e tutti i negozi chiudono prima e durante la pausa del digiuno.
- Gli algerini preferiscono il contatto personale. A loro piace conoscere i loro partner prima di concedere loro fiducia. Una relazione di negoziazione, sarà più favorevole nel finale, dopo due o tre incontri preliminari;
- Tenetevi informati sugli eventi economici in Algeria per rendere i viaggi più regolari e quindi mantenere il contatto;
- Nell’ambito di una partnership, gli algerini privilegiano una impresa con una presenza permanente sul territorio. Il partner commerciale algerino è spesso molto coinvolto e si impegna a che il rapporto d’affari vada bene. Tuttavia, talvolta, si devono affrontare problemi di lentezza di gestione, difficili da comprendere e gestire da parte di partner esteri;
- La pesantezza del sistema bancario tende a frenare ed a indebolire le imprese. Il numero di riforme del governo finalizzate al miglioramento del sistema finanziario, sta migliorando gradualmente la situazione;
- Giorni di ferie e feste religiose:
1 Gennaio: Capodanno;
8 Marzo: Festa della Donna;
1 Maggio: festa del lavoro;
5 Luglio: Festa dell’Indipendenza (5 luglio 1962);
1 Novembre: anniversario della Rivoluzione (1954);
Le date delle feste religiose non lavorative variano a seconda del calendario lunare.

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Benin

BENIN

Benin - Country Profile

BENIN – SCHEDA PAESE

Capitale: Porto-Novo
Città più popolata: Cotonou
Lingue ufficiali: Francese
Forma di governo: Repubblica presidenziale
Superficie totale: 114.764 km2
Popolazione: 10.872.298 (stime 2016)
PIL: totale $27,177 miliardi / pro capite $2.297 (stime 2017)
Valuta: Franco CFA

Struttura dell’economia

L’agricoltura rappresenta un quarto del PIL e impegna il 51% dei lavoratori del Paese; il cotone è la materia prima più esportata. Il settore informale, compresa l’agricoltura di sussistenza, contribuisce fino a quasi il 60% del PIL e impegna più dell’80% della forza lavoro. La diversificazione, guidata dall’agricoltura e dai servizi, avanza lentamente. Durante il periodo 2010-16, il settore primario ha contribuito per lo 0,5% alla crescita del PIL reale mentre il secondario e il terziario per circa l’1% e il 2,2% rispettivamente, percentuali che sono cambiate di poco rispetto al 1990, anno a partire dal quale si hanno a disposizione i primi dati.

Agricoltura

Il settore agricolo dipende largamente dall’andamento delle precipitazioni e, soprattutto, da un prodotto (il cotone). Nonostante la sua scarsa produttività, l’agricoltura rimane una delle principali fonti di crescita e occupazione del Paese. Per contribuire ulteriormente alla crescita economica e alla riduzione della povertà, tale produttività dovrebbe essere considerevolmente rafforzata. L’esportazione agricola si concentra su tre categorie di prodotti: cotone, frutta (ananas) e noci (anacardio), e semi oleosi (di soia e di cotone). Per far fronte ai bisogni di una popolazione urbana in aumento, il Pese continua a importare una grande quantità di ortaggi dai suoi vicini (principalmente Burkina Faso e Nigeria), riso dall’Asia, grano, carni congelate e latte dall’Europa e pollame congelato dal Brasile. Il settore agricolo ha davanti ha sé una triplice difficoltà: quella di diversificare l’esportazione, di aumentare la produzione di cibo, e di aumentare in maniera sostenibile la produttività agricola e post-raccolto. Nel corso del tempo, la percentuale del settore agricolo è scesa nei Paesi a basso reddito, ma in Benin è rimasta elevata.

Crescita

Nell’ultimo decennio, la crescita del Benin è stata relativamente molto instabile e la crescita del PIL pro capite stagnante. Nel 2016 l’economia reale ha avuto una ripresa del 4% rispetto al 2015, anno in cui il tasso di crescita era rallentato del 2,1% a causa di uno scarso raccolto agricolo generato da condizioni meteorologiche sfavorevoli e da una ripercussione negativa da parte della Nigeria. Dal 2006 al 2016, la crescita media del PIL reale è stata del 4,2%, soprattutto grazie ai servizi. Il disavanzo pubblico è cresciuto dal -0,4% del PIL nel 2012 al -6,2% del PIL nel 2016.

Inoltre, la crescita economica non ha riguardato tutti i settori. Nonostante progressi recenti, il Benin rimane un Paese a basso reddito con circa 11 milioni di abitanti e un reddito pro capite di $790 nel 2015. La rapida crescita demografica, che avuto una media del 3,5% l’anno, ha portato a un aumento modesto e disuguale del consumo delle famiglie. Gli indicatori relativi a istruzione, salute, accesso all’acqua e mortalità infantile sono migliorati negli anni recenti ma lentamente. La crescita è stata accompagnata da una scarsa creazione di posti di lavoro e da una sottoccupazione diffusa che colpisce soprattutto le donne e i giovani delle aree urbane.

L’investimento estero diretto mantiene il passo con i Paesi dell’Africa subsahariana ma sono necessari più investimenti. Attualmente, confrontando il Benin con i Paesi subsahariani, la quota dei settori manifatturiero e dei servizi è superiore a quella di gran parte di essi, attestandosi al 75% del PIL.

Benin - Employment by sector

Benin Sectoral Employment by Gender

Diversificazione dell’esportazione

Non vi è stata alcuna diversificazione per quanto riguarda l’esportazione. I Paesi africani di riferimento hanno visto una diversificazione piuttosto forte dopo il 1990 e hanno raggiunto il livello dei Paesi di riferimento asiatici. Il numero di partner nell’esportazione è mediamente aumentato, ma le quote dei principali partner prevalgono ancora.

Politiche necessarie

Le politiche economiche dovrebbero concentrarsi sulla risoluzione delle debolezze che impediscono l’entrata in nuove linee di attività economica. In particolare, le misure che potrebbero aiutare a migliorare la produttività nel breve termine comprendono:

• l’adozione su larga scala di migliori tecnologie agricole
• lo sviluppo della produttività attraverso una gestione efficiente dell’acqua, della riduzione delle perdite post-raccolto e un migliore accesso al mercato attraverso magazzini e altre strutture
• il sostegno istituzionale al Ministero dell’Agricoltura e altri stakeholder del settore
• un migliore accesso ai servizi finanziari

Inoltre, delle misure per migliorare l’istruzione potrebbero avere un impatto significativo sull’economia informale.

Inclusione finanziaria e sviluppo

Mentre l’accesso alla finanza sta migliorando in confronto agli altri Paesi subsahariani, alcune riforme potrebbero incoraggiare l’inclusione finanziaria e completare gli sforzi per promuovere l’espansione del settore privato e la creazione di lavoro. Il settore finanziario del Benin è limitato, segmentato e con un’inclusione finanziaria ridotta. In esso operano tre maggiori categorie: il settore bancario, le istituzioni di micro-finanza, e altri istituti non bancari.

A partire dalla fine del 2016, vi erano 15 banche commerciali, di cui 4 possedevano circa l’80% dei prestiti al sistema bancario. Anche se il sistema bancario rimane stabile, le sue dimensioni non sono cresciute. Il settore bancario è complessivamente sano, ma ha un ruolo ridotto nell’inclusione finanziaria. Secondo le stime del 2010 della Banca centrale degli Stati dell’Africa occidentale, vi è uno scarso livello di accesso ai servizi bancari. Più precisamente, il numero di conti di deposito presso banche commerciali relativo alla popolazione attiva si aggira intorno al 5%. Nonostante le banche abbiano sviluppato reti di filiali nel Paese, nel 2015 solo il 17% della popolazione aveva un conto corrente bancario. L’accesso alla finanza è difficile per alcuni gruppi vulnerabili e per le piccole e medie imprese.

Il settore della microfinanza gioca un ruolo importante nel fornire finanziamenti sia all’economia che alla popolazione rurale, le quali non sono servite a sufficienza da parte dalle banche. Nonostante il fatto che la microfinanza stia giocano un ruolo crescente nella riduzione della povertà in Benin, esso non fornisce finanziamenti alle piccole e medie imprese, soprattutto per quanto riguarda i prestiti a lungo termine. Il gran numero di istituti microfinanziari non autorizzati costituisce un alto rischio per il sistema bancario e necessita di un ulteriore rafforzamento dei requisiti di autorizzazione. Nonostante il numero di filiali bancarie sia recentemente aumentato, specialmente nelle aree rurali, vi è ancora possibilità di espandere ulteriormente l’inclusione finanziaria rafforzando il quadro normativo.

L’accesso ad un conto corrente in Benin è scarso se confrontato con quello medio degli altri Paesi a basso reddito. Gli uomini presentano un accesso maggiore rispetto alle donne e anche il livello di istruzione è un fattore che determina la possibilità di tale accesso.

Benin - Having an account

Il settore finanziario del Benin fornisce un contributo limitato agli investimenti privati sia perché il quadro istituzionale scoraggia le banche commerciali dal prendersi rischi, sia perché il costo per la creazione di filiali bancarie nelle aree rurali è molto alto. Il Benin ha un andamento relativamente buono per quanto riguarda la possibilità di effettuare transazioni attraverso dispositivi mobili, possiede infatti circa il 5% di tali transazioni tra i Paesi dell’unione economica e monetaria dell’Africa occidentale, ma vi sono opportunità di ulteriore progresso.

Benin - Volume of mobile transactions

Efficienza degli investimenti pubblici in Benin

Il Benin è proiettato verso l’aumento del volume degli investimenti pubblici in maniera significativa, in modo da contribuire all’eliminazione delle lacune delle infrastrutture della regione. Il Benin sta rimanendo indietro rispetto agli altri Paesi subsahariani per quanto riguarda la fornitura di elettricità, la densità delle strade asfaltate e le infrastrutture delle telecomunicazioni. Storicamente, il Benin ha speso molto meno nell’ambito degli investimenti pubblici rispetto ai suoi vicini. L’investimento pubblico, in proporzione al bilancio statale, si è mantenuto ad un tasso medio annuale del 36,7% dal 2010 al 2014 nonostante bisogni importanti. La performance del Paese nell’ambito dell’investimento pubblico sembra più scadente rispetto ad altri Paesi simili. Sebbene lo sforzo nell’investimento pubblico sostenuto dal Benin sia sopra la media dei Paesi dell’unione economica e monetaria dell’Africa occidentale, esso è sceso vertiginosamente dal 2010. L’accesso alle infrastrutture pubbliche come l’elettricità o l’acqua trattata è scarsamente migliorato dagli anni ’90. Per colmare tale gap, il Benin sta progettando di aumentare significativamente la spesa di capitale pubblico nel medio termine. Tuttavia, oltre alle lacune delle infrastrutture, queste sono anche considerate di bassa qualità e l’efficienza degli investimenti sembra essere scarsa. Gli indici globali di competitività del più recente Forum Economico Mondiale (FEM) classificano il Benin al disotto della media dei Paesi subsahariani.

Benin - indicators of Infrastructures quality

Disuguaglianza

Il Benin ha affrontato una difficile situazione macroeconomica caratterizzata da due fattori. La crescita è significativamente rallentata e il rapporto tra debito pubblico e PIL ha raggiunto il 47% nel 2016. Allo stesso tempo, un gettito fiscale basso limita la capacità del governo di raggiungere degli obiettivi sociali. Per far fronte ai grandi squilibri macroeconomici, il Benin ha lanciato nel 2017 una riforma centrata sulla mobilizzazione del reddito interno. La riforma ha cercato di aumentare il gettito fiscale attraverso un aumento delle aliquote dell’ imposta sul valore aggiunto e a un taglio alle spese non prioritarie per contenere l’accumulo di debito pubblico. Tale riforma riduce i redditi dei poveri nelle aree urbane e le disuguaglianze di entrata in quelle rurali.

Povertà

La solida performance macroeconomica del Benin non si è tradotta in una riduzione significativa della povertà. In seguito a un decennio di performance economica mediocre, la crescita negli ultimi 3 anni (2013-15) ha avuto una media del 5,2%, colmando così il gap con il resto dell’Africa subsahariana riguardo alla crescita del PIL pro capite.
Nonostante la crescita del PIL pro capite reale a partire dal 1987, il tasso di povertà del Paese negli anni recenti è peggiorato. Una stima complessiva della povertà in Benin, condotta dall’Istituto Nazionale di Statistica e Analisi Economica, mostra che la percentuale della popolazione che vive in condizioni di povertà è salita dal 36,2% nel 2011 al 40,1% nel 2015.
Tuttavia il livello di sviluppo del Benin è rimasto virtualmente immutato, poiché il suo Indice di Sviluppo Umano è aumentato da 0,480 nel 2015 a 0,485 nel 2016, inferiore alla media di 0,523 dei Paesi subsahariani.

Benin - Real GDP per Capita 1965 - 2016

Benin - Human Development Index 1980 - 2014

Il Paese registra un considerevole declino nei diritti, essendo il settimo peggior Paese del continente in questo campo. Vi è una regressione preoccupante riguardo alle libertà di espressione, associazione e assemblea. Allo stesso tempo, il Benin è l’ottavo Paese del continente in quanto a miglioramento dell’istruzione (+10,6), soprattutto per quanto riguarda l’istruzione primaria.

Riferimenti del Fondo Monetario Internazionale:

Dabla-Norris, Era, Giang Ho, Kalpana Kochhar, Annette Kyobe, and Robert Tchaidze, 2013, “Anchoring Growth: The Importance of Productivity-Enhancing Reforms in Emerging Market and Developing Economies”. IMF SDN/13/08.
Dabla-Norris, Era, Jim Brumby, Annette Kyobe, Zac Mills, and Chris Papageorgiou, 2011, “Investing in Public Investment Efficiency”. IMF Working Paper 11/97.
Dominguez-Torres, Carolina and Vivien Foster, 2011, Benin’s Infrastructure—A Continental
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Henn, Christian, Chris Papageorgiou, and Nikola Spatafora, 2013,” Export Quality in Developing Countries,” IMF Working Paper 13/108.
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Imbs, Jean, and Romain Wacziarg. 2003. “Stages of Diversification.” American Economic Review, 93(1): 63-86.
Medina, Leandro; Andrew W Jonelis, and Mehmet Cangul, 2017, “The Informal Economy in Sub-Saharan Africa: Size and Determinants,” Working Paper No. 17/156
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Maria Albino-War, Svetlana Cerovic, Francesco Grigoli, Juan Carlos Flores, Javier Kapsoli, Haonan Qu, Yahia Said, Bahrom Shukurov, Martin Sommer, and SeokHyun Yoon, 2014, Making the Most of Public Investment in MENA and CCA Oil-Exporting Countries. International Monetary Fund, November.
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Gelb, A., and S. Grassman, 2010. “How Should Oil Exporters Spend Their Rents?” Working Paper 221, Center for Global Development, Washington, DC.
Grigoli, F., and J. Kapsoli, 2013. “Waste Not: The Efficiency of Health Expenditure in Emerging and Developing Countries.” IMF Working Paper 13/87, International Monetary Fund, Washington, DC.
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Keefer, P., and S. Knack, 2007. “Boondoggles, Rent-Seeking and Political Checks and Balances: Public Investment under Unaccountable Governments.” Review of Economics and Statistics 89 (3): 566–72.
Adrian Peralta-Alav, Marina Mendes Tarvares, and Xuan S. Tam, 2017, The Distributional Implications
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Bollinger, Christopher R. and Barry T. Hirsch, 2013, “Is Earnings Nonresponse Ignorable?” Review of Economics and Statistics, May, 95(2): 407–416.
Bollinger, Christopher R. and Barry T. Hirsch, 2006, Match Bias from Earnings Imputation in the Current Population Survey: The Case of Imperfect Matching, Journal of Labor Economics, July, 24, 483-519.
Fabrizio, Stefania, David Furceri, Rodrigo Garcia-Verdu, Bin Grace li, Sandra V. Lizarazo, Marina Mendes Tavares, Futoshi Narita, and Adrian Peralta-Alva, 2017, Macro-Structural Policies and Income Inequality in Low-Income Developing Countries. SDN/17/01. January
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Nora Lustig, ed., Commitment to Equity Handbook: Estimating the Redistributive Impact of Fiscal Policy, The Brookings Institution and CEQ Institute/Tulane University, in progress.
Human Development Report 2016, UNDP, 2016.

ALTRI LINK DI INTERESSE SUL BENIN:

- Fondo Monetario Internazionale IMF
- Benin Wikipedia
- Governo della Repubblica del Benin
- Informazioni Generali sul Benin
- Notizie ed articoli dal Benin

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Bolivia, il miracolo economico Latino Americano, il caso della Bolivia

Bolivia economic miracle

BOLIVIA, IL MIRACOLO ECONOMICO LATINO AMERICANO: IL CASO DELLA BOLIVIA

Autore: Diego Caballero Vélez
Novembre 2014
d.caballerovelez(a)gmail.com

Lo scorso 12 ottobre, quando il Presidente Evo Morales fu rieletto per la terza volta consecutiva con il 60% dei voti, la Bolivia disse “sì” al processo di cambiamento miracoloso che il paese sta sperimentando già da qualche anno.

E’ difficile parlare di miracolo economico in questi tempi di crisi dove le grandi potenze occidentali stanno soffrendo alti e bassi economici ormai da anni, dove le grandi multinazionali non rischiano investimenti all’estero per paura della pessima situazione economica di molti paesi, dove l’inflazione ha raggiunto cifre incredibili in molti dei paese europei, in un momento in cui sono proprio i paesi occidentali e ricchi a soffrire maggiormente della crisi, ci troviamo di fronte ad uno sviluppo economico in America Latina degno di essere ammirato dai paesi Occidentali.

Grazie al quale molte imprese stanno pianificando investimenti in questo continente sia per quanto riguarda le importazioni, sia per stabilire nuove relazioni commerciali che fino ad oggi erano viste come impensabili a causa del basso livello di sviluppo economico di questi paesi.

Un esempio di questa crescita economica in America Latina è la Bolivia, che dall’essere uno dei paesi più poveri del Sudamerica è ora uno dei paesi, secondo il FMI, con la maggior crescita economica del sud continente americano, secondo in America Latina al Panamà.

Ma come è possibile che un paese la cui povertà estrema superava nel 2005 il 38% abbia visto una riduzione di quest’ultima fino ad arrivare ad un 21% convertendosi in un dei paesi latinoamericani che sono tra i primi posti per minor rischio di povertà estrema nel futuro? La risposta la troviamo in una serie di politiche economiche applicate alla salita alla presidenza del gruppo politico di Morales.

Un dei passaggi chiave del successo economico della politica di Morales è stata la combinazione di una politica economica sociale con una politica economica di mercato. I boliviani si sono riappropriati delle risorse naturali che erano state concesse ad imprese internazionali, cosa che provocava che la maggior parte dei guadagni fosse per altri paesi.

Attraverso questa politica, la Bolivia ha ottenuto un controllo totale delle sue risorse naturali, facendo propri i guadagni e applicando una politica di mercato che garantisca la partecipazione e la cooperazione dell’impresario privato straniero sotto un controllo statale e, a sua volta, sviluppando alcune politiche sociali per ridurre le differenze di ceto del paese.

In altre parole, si nazionalizza e si recupera l’economia per fare una politica sociale più giusta, nella quale anche le imprese internazionali hanno campo d’azione. La speculazione da parte delle grandi multinazionali si sta riducendo in quanto la politica di Morales mira ad una sicurezza giuridica e delle norme tributarie, facendo sì che la Bolivia sia un centro d’attenzione per grandi imprese.

In un paese in cui nel 2013 il PIL è cresciuto fino ad un 6.8%, secondo il FMI tra gli anni 2014 e 2015 supererà il 5% con un’inflazione minore al 6%, grazie al fatto che in meno di 5 anni è passato ad essere da un paese indebitato un paese creditizio in cui il 10% della popolazione è uscita dalla condizione di povertà estrema ed in cui la tassa di disoccupazione (3.2%) è la più bassa dell’America Latina e il debito pubblico è sceso da un 80% del PIL ad un 33%, il ministro dell’economia della Bolivia, Luis Arce Catacora afferma: “con una buona politica economica si può arrivare ad uno stato di benessere sociale ed è la forma in cui si fanno le cose per arrivare ad un determinato obbiettivo che crea una maggior stabilità sociale”.

Senza dubbio, il miracolo economico portato avanti da un governo socialista ha prodotto l’ammirazione delle grandi economie neoliberali.

LINK GOVERNO BOLIVIA

FONTI
- Ramonet, I.” Bolivia está cambiando”. Le Monde Diplomatique en español, nº 228, Novembre 2014
- Intervista di Juan Carlos Zambrana Marchetti a Luis Arce Catacora, Ministro dell’economia della Bolivia http://juancarloszambrana.com/spanish/?page_id=2082

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Brasile e Infrastrutture

BRASILE

Brasile e Infrastrutture

La presente scheda che riporta alcuni aspetti peculiari relativi al Brasile è stata realizzata tramite informazioni provenienti da parte del Fondo Monetario Internazionale.

COLMARE IL DIVARIO E PROMUOVERE INVESTIMENTI IN INFRASTRUTTURE IN BRASILE

In merito alle infrastrutture del Brasile, la sovvenzione delle infrastrutture in Brasile si posiziona in basso rispetto agli standard internazionali, così come la scarsa qualità sulla produttività, l’efficienza del mercato e la competitività. Aumentare gli investimenti nelle infrastrutture è il fattore chiave per liberare la forza economica e promuovere la crescita.

PANORAMICA

SVILUPPARE UNA STRATEGIA ECONOMICA PER AUMENTARE GLI INVESTIMENTI NELLE INFRASTRUTTURE RICHIEDE UN COLLEGAMENTO TRA PROVVEDIMENTI INFRASTRUTTURALI E CRESCITA, DETERMINANDO IL DIVARIO INFRASTRUTTURALE E INDIVIDUANDO IL CORRETTO CANALE DI FINANZIAMENTO DI ADEGUATA DOTAZIONE

Le zone in cui la competitività del Brasile ha rallentato includono, ma non si limitano solo a queste, istruzione, innovazione, governance e il settore giudiziario. Le infrastrutture inadeguate sono sempre più riconosciute come un ostacolo importante per migliorare la scarsa produttività, l’andamento delle esportazioni stagnanti, l’integrazione insufficiente nel mercato interno e il debole potenziale di crescita. La segmentazione del mercato causata dalla differenza nei relativi prezzi può avere importanti implicazioni sociali e macroeconomiche. La disuguaglianza di introiti può anche aumentare con la segmentazione del mercato, come per i produttori a basso reddito nelle zone rurali che sono influenzati negativamente dalle difficoltà di accesso a mercati di consumo di grandi dimensioni. Vari anni di insufficienti investimenti in infrastrutture hanno contribuito a ridurre la crescita potenziale.

PER EVIDENZIARE IL BISOGNO DI UN MAGGIORE INVESTIMENTO IN INFRASTRUTTURE IN BRASILE, SI CERCA DI FAR LUCE SULLE LACUNE INFRASTRUTTURALI DI QUESTO PAESE

Gli investimenti nelle infrastrutture sono spesso visti come una strategia per promuovere l’integrazione interna e la competitività delle esportazioni. Seguendo questa logica, dobbiamo prima guardare a come le infrastrutture influiscono nella integrazione nazionale, analizzando la convergenza dei prezzi tra le principali città. Dopo, utilizzando indicatori quantitativi e qualitativi, sarà possibile osservare attentamente le carenze nelle infrastrutture in tutti i settori contro gli attuali livelli di reddito del Brasile e contro i livelli delle infrastrutture e la qualità dei competitori in Brasile nei suoi mercati di esportazione. In seguito saranno documentati i trend passati di investimenti in infrastrutture in Brasile e descriveremo il programma concessioni delle autorità alla luce delle esigenze infrastrutturali più urgenti. Infine, discuteremo delle politiche che potrebbero contribuire a colmare il divario infrastrutturale.

QUANTO È INTEGRATO IL BRASILE?

LA CONVERGENZA DEI PREZZI IN BRASILE È PIÙ LENTA CHE NEI PAESI DI CONFRONTO

I dati internazionali utilizzando approcci empirici simili, applicati anche ai dati mensili CPI, indicano bassissimi periodi di dimezzamento del prezzo di convergenza in altri paesi. Per la Cina, la media di questo periodo di convergenza tra il 1993 e il 2003 (Li e Huang, 2006) è stato di 2,4 mesi, per il Canada tra il 1978 e il 1994 era di 5 mesi (Fan e Wei, 2006). I risultati per entrambi i paesi indicano che più del 90 per cento dei relativi prezzi shock scompariranno entro 18 mesi, molto più velocemente rispetto al caso del Brasile.

Brazil - Path of Price Convergence, Response Functions

LE CONDIZIONI DELLE INFRASTRUTTURE

IL BRASILE SEGNA UN PUNTEGGIO BASSO SU UNA GRANDE VARIETÀ DI INDICATORI QUALITATIVI DI ADEGUATEZZA DELLE INFRASTRUTTURE

Sulla base della qualità complessiva delle infrastrutture, il Brasile è classificato al 120esimo posto su 144 Paesi esaminati dal World Economic Forum nel 2014, con risultati particolarmente scarsi per la qualità del trasporto aereo e stradale. In altri settori, il Brasile è classificato nel terzo inferiore dei paesi esaminati. Le classifiche del Brasile sono state basse negli ultimi dieci anni, e sono peggiorate in generale negli ultimi 5 anni. Ma per un insieme più significativo di confronti, abbiamo scelto dei benchmark di infrastrutture del Brasile contro quelle dei suoi principali concorrenti nei propri mercati di esportazione.

Brazil - Infrastructure Quality Indicators
Brazil - Infrastructure Quality Indicators 2

IL BRASILE HA UNA QUALITÀ COMPLESSIVA INFERIORE DELLE INFRASTRUTTURE RISPETTO A QUASI TUTTI I SUOI CONCORRENTI DI ESPORTAZIONE

I punteggi del Brasile per l’adeguatezza del capitale fisico in tutti i settori delle infrastrutture dei trasporti — strade, porti, ferrovie e di quelle del trasporto aereo — sono notevolmente inferiori a quelle dei suoi principali concorrenti di esportazione. Solo nel settore dell’elettricità e delle telecomunicazioni il Brasile ha un posizionamento migliore nella classifica rispetto ad alcuni concorrenti, aree nelle quali ha investito in egual modo e di più negli ultimi anni e in modo più efficiente, attraverso una maggiore partecipazione del settore privato. Eppure, secondo l’Enterprise Survey 2010 della Banca Mondiale, il 46 per cento delle imprese in Brasile ha indicato che l’elettricità è stata uno dei principali ostacoli all’attività (contro il 38 per cento in LAC).), mentre il 28 per cento delle imprese ritiene che il trasporto sia un vincolo importante (contro il 23 per cento in LAC).

GLI INDICATORI ENERGETICI SONO MENO SFAVOREVOLI

Dal 1980 la produzione di elettricità e il consumo pro capite sono più che raddoppiati e la copertura è quasi universale. Tuttavia le perdite di trasmissione e distribuzione di energia elettrica sono aumentate e ora superano il 15 per cento della produzione di energia elettrica.
Inoltre, la fotografia della situazione ha recentemente sottolineato la vulnerabilità legata alla forte dipendenza del sistema dall’energia idroelettrica per la produzione di elettricità.

Brazil - Electric power transmission and distribution losses

LE CARENZE NELLE INFRASTRUTTURE NEL SETTORE DEI TRASPORTI SEMBRANO PIÙ ACCENTUATE QUANDO GLI INDICATORI QUALITATIVI E QUANTITATIVI SONO UNITI ALL’INSIEME DEI MEZZI DI TRASPORTO DEL BRASILE

I concorrenti del Brasile fanno maggiore affidamento sulla ferrovia per il trasporto delle merci, che è più adatta a grandi volumi, e per materie prime a basso valore aggiunto. In Brasile, il 60 per cento dei prodotti agricoli vengono trasportati su gomma e tramite le autostrade, mentre la maggior parte del ferro è trasportato tramite ferrovia (Credit Suisse, 2013). Per il cattivo stato delle strade, l’insieme dei trasporti sembra essere un vincolo sulle esportazioni e la competitività del Brasile come sistema paese.

Brazil - share of Good Transport

ANCHE I PORTI E GLI AEROPORTI SONO LIMITATI E DA POTENZIARE

Nel 2013, solo il porto di Santos (Sao Paulo) in Brasile è stato nella lista dei top 100 ossia dei migliori porti del mondo, che occupa la 41esima posizione, grazie ad un 6,2 per cento in aumento del throughput nel 2012 (Containerisation Internazionale).
Le prove aneddotiche di strozzatura nei porti brasiliani sono facili da trovare; per esempio, il Credit Suisse (2013) nota: “coda di 10 miglia di camion in attesa ai cancelli per scaricare il raccolto e 200 navi in attesa di caricare le merci”.
Mentre, parte del divario infrastrutturale crescente può essere dovuto a una manutenzione inadeguata e ad una intensificazione dello sfruttamento, la quota maggiore del divario è più probabilmente causata da un prolungato periodo di scarsi investimenti rispetto ad altri paesi.

LA QUALITÀ DELLE INFRASTRUTTURE DEL BRASILE È ANCHE AL DI SOTTO DELLA MEDIA DEI PAESI CON LIVELLI DI REDDITO SIMILI

Nel periodo che va dal 2005 al 2010, il punteggio della qualità delle infrastrutture complessivo per il Brasile è stato inferiore rispetto ad una media fatta utilizzando la distribuzione del PIL pro capite tra i Paesi considerati (PPP, costante 2.005 $ internazionale).
Tra i paesi di esportazione concorrenti del Brasile, solo la media dell’Argentina era più grande, tuttavia il risultato complessivo maschera differenze in tutti i settori.
La fornitura di energia elettrica e le infrastrutture di telecomunicazione del Brasile segnano un punteggio relativamente alto.
Al contrario, la qualità delle strade, ferrovie, porti e aeroporti è stata molto inferiore rispetto alla media, con le maggiori lacune nelle infrastrutture stradali e nei porti.

Brazil - Infrastructure Quality and Income

TREND DI INVESTIMENTI IN INFRASTRUTTURE

LE STROZZATURE INFRASTRUTTURALI SOPRA DESCRITTE RIFLETTONO UN PROLUNGATO PERIODO DI BASSI INVESTIMENTI IN INFRASTRUTTURE

Nei primi anni ottanta, gli investimenti nelle infrastrutture in Brasile sono diminuiti in modo significativo, passando da una media del 5,2 per cento del PIL ad una media del 2¼ per cento del PIL negli ultimi due decenni, e leggermente aumentati a circa il 2½ per cento del PIL nel 2013.
Mentre i beni e i dati di investimenti infrastrutturali standardizzati, in particolare per un confronto tra i Paesi, non sono disponibili, diverse fonti di dati confermano che per un paio di decenni gli investimenti nelle infrastrutture in Brasile non sono stati all’altezza dei livelli che si sono verificati in altri paesi dell’America Latina e dei paesi dei mercati emergenti, come Cile, Cina e India (Calderón e Serven, 2010; Frischtak, 2013).
Esistono anche importanti differenze tra i livelli di investimento per settore. In particolare, i settori dell’energia elettrica e delle telecomunicazioni continuano a rappresentare la maggior parte degli investimenti in infrastrutture in Brasile, che riflette la partecipazione del settore privato nel quadro del regime di concessioni.
Al contrario, il Cile ha investito di più in strade e nella distribuzione / fornitura di acqua e servizi igienici.

Brazil - infrastructure Investment 1
Brazil - infrastructure Investment Average

IL CALO DEGLI INVESTIMENTI IN INFRASTRUTTURE IN BRASILE È IN GRAN PARTE SPIEGATO DA UNA RIDUZIONE DEGLI INVESTIMENTI IN INFRASTRUTTURE PUBBLICHE

La Costituzione del 1988 ha ridotto il pool di fondi federali disponibili per le spese in conto capitale, in quanto ha sostituito le imposte settoriali specifiche federali stanziate per l’energia, i trasporti, le telecomunicazioni con quelli non specifici a livello statale; ha inoltre aumentato i trasferimenti ai governi subnazionali e, infine, ha destinato introiti a determinate spese pubbliche correnti.
Lo sforzo di risanamento dei conti pubblici effettuato dal 1999 ha limitato lo spazio fiscale disponibile per gli investimenti pubblici, a causa delle rigidità di bilancio e della spesa pubblica corrente primaria obbligatoria.
Di conseguenza, da allora le spese pubbliche stanziate per gli investimenti nelle infrastrutture sono rimaste contenute, nonostante le iniziative volte a dare priorità agli investimenti in infrastrutture, come il Programa de Aceleração do Crescimento (PAC), avviato nel 2007 dal governo federale con l’obiettivo di accelerare la crescita economica.
Allo stato attuale, circa il 75 per cento del totale degli investimenti per le amministrazioni pubbliche si esegue a livello subnazionale.

INTANTO, GLI INVESTIMENTI DEL SETTORE PRIVATO NON HANNO RIEMPITO LO SPAZIO LASCIATO LIBERO DAL SETTORE PUBBLICO

Negli anni Novanta, le privatizzazioni e le concessioni hanno aperto a settori infrastrutturali chiave come le telecomunicazioni, l’energia e i trasporti per investimenti privati, ma gli investimenti privati non sono stati sufficienti a compensare il declino dell’investimento pubblico.
La partecipazione privata nel settore delle infrastrutture in Brasile è stato basso in confronto agli altri paesi dell’America Latina, soprattutto se confrontato con il Cile, dando forza al fatto che l’investimento sull’ambiente, comprese le opportunità di investimento e i quadri normativi e istituzionali, svolgono un ruolo importante nel determinare i livelli di investimento in infrastrutture globali e quindi consentono di affrontare le lacune infrastrutturali.

IL RUOLO DEL PROGRAMMA DI CONCESSIONE

IL BRASILE MIRA AD OTTENERE LE CONCESSIONI CON L’OBIETTIVO DI COLMARE LE LACUNE INFRASTRUTTURALI

Le concessioni possono portare a competenza ed efficienza nel settore privato e anche aiutare a bypassare alcune delle sfide affrontate dagli investimenti pubblici — come gli ostacoli del contraente — quindi accelerare il processo di investimento.
Una prima fase di concessioni in Brasile ha avuto luogo durante la fine degli anni Novanta. Attraverso la privatizzazione, il settore privato è diventato il principale operatore nel settore delle telecomunicazioni, l’elettricità e le ferrovie.
Le concessioni sono state assegnate per circa 5.000 km di strade federali. Vale la pena notare che gli investimenti del settore privato attraverso le concessioni nei settori delle telecomunicazioni e dell’elettricità hanno contribuito ad eliminare le carenze nelle infrastrutture e migliorare il posizionamento del Brasile in queste aree, come accennato in precedenza nel testo.

L’ATTUALE FASE DI CONCESSIONI È STATA AVVIATA QUALCHE ANNO FA E SI CONCENTRA SU PROGETTI NEI SETTORI CRITICI DELLE INFRASTRUTTURE COME STRADE, PORTI E AEROPORTI

Nel corso del periodo 2011-14, i progetti di concessione sono stati messi all’asta nei settori dei trasporti, dell’energia, con un investimento totale stimato in R$ 183,4 miliardi, diviso tra aeroporti (R$ 35,8 miliardi), i porti (R$ 8,4 miliardi), strade (R$ 29.2 miliardi), il trasporto urbano (R$ 6,9 miliardi), la produzione e la trasmissione di energia (R$ 96,7 miliardi) e le telecomunicazioni (R $ 6,4 miliardi).
I piani del governo federale comprendono l’assegnazione di progetti nei settori del trasporto (strade, ferrovie e porti), produzione e la trasmissione di energia, telecomunicazioni e trasporti urbani, con un investimento totale stimato di R $ 109 miliardi (Secretaria de Acompanhamento Econômico, 2015).
Il periodo di concessione di solito varia dai 20 ai 35 anni, con la maggior parte degli investimenti in infrastrutture che si svolgeranno durante i primi cinque anni.
Si prevede che le concessioni ottenute nel passato e quelle in cantiere arriveranno a circa ¾ punti percentuali del PIL degli investimenti in infrastrutture all’anno nel periodo 2011-17.
I ritardi nelle offerte e le modifiche ai contratti potrebbero diminuire gli investimenti nel tempo. Il programma di concessione di infrastrutture potrebbe essere ostacolato dalla corruzione che riguarda Petrobras, così come molte delle più grandi società di costruzione sono coinvolte nelle indagini. Queste società potrebbero avere un accesso diminuito ai finanziamenti.

COLMARE IL DIVARIO

IL DIVARIO INFRASTRUTTURALE DEL BRASILE È DIVENTATO UN IMPORTANTE OSTACOLO ALLA CRESCITA

In questi ultimi anni, il clima economico del Brasile e la competitività hanno sofferto a causa degli ostacoli legati al complesso sistema fiscale, degli ostacoli amministrativi, delle inefficienze giudiziarie, della burocrazia, del quadro normativo inadeguato, chiamati “custo Brasil”.
Le strozzature infrastrutturali non sono considerate parte di questo fardello “soft” per quanto riguarda la capacità di attrarre le imprese, che si ritiene sia tra i principali vincoli all’incremento della crescita potenziale.
Le infrastrutture non sono adatte a supportare i livelli di reddito attuali, a favorire l’integrazione regionale e a mettere il Brasile su un piano più competitivo contro i rivali nel principali prodotti di esportazione che comprendono alcune delle economie avanzate.

COLMARE IL DIVARIO COMPORTERÀ L’AUMENTO DEGLI INVESTIMENTI, MA ANCHE L’INTENSIFICAZIONE DI ALTRE RIFORME

Negli ultimi dieci anni, il divario infrastrutturale è cresciuto a causa di investimenti pubblici bassi e investimenti privati stagnanti in tutti i settori. Il programma di concessione del governo ha il potenziale per intensificare ed accelerare gli investimenti nelle infrastrutture, ma di per sé, potrebbe non essere sufficiente per rilanciare la crescita potenziale in modo significativo.
Altre riforme per eliminare le strozzature “soft”, comprese le riforme per migliorare gli standard di governance, dovranno sostenere gli sforzi per colmare il divario infrastrutturale per rendere il contesto imprenditoriale più attraente per gli investimenti stranieri e nazionali in un ambiente in cui la concorrenza regionale per attrarre investimenti è da intensificare.

FONTI:

- Fondo Monetario Internazionale

HANNO COLLABORATO :

- Traduzione e arrangiamenti a cura della Dott.sa Ileana Bonfardeci

Brasile economia rallenta

Brasile economia rallenta

brasile-attrattivita-nonostante-il-rallentamento-economico

BRASILE: L’ATTRATTIVITÀ NONOSTANTE IL RALLENTAMENTO ECONOMICO

Autrice: Elisa Mariani

Settembre 2016

In questi ultimi decenni, il Brasile grazie alle politiche adottate per provvedere all’equilibrio istituzionale e per far fronte all’incremento eccessivo del tasso di inflazione registrato negli anni 90, è divenuto uno dei più grandi paesi emergenti e meta prediletta degli investimenti esteri.

La sua crescita economica è stata agevolata anche dall’entrata a far parte del MERCOSUR, il mercato comune dell’America Meridionale istituito nel 1991, i cui stati membri sono Brasile, Uruguay, Paraguay, Argentina e Venezuela.
Grazie a tale organizzazione è stata resa possibile la libera circolazione di beni e servizi ed è stato rafforzato il potere contrattuale degli stati membri nei confronti di paesi terzi esterni al MERCOSUR.

Nel trattato di istituzione del MERCOSUR ad Asuncíon gli stati membri hanno aderito al rispetto dell’ambiente, dei diritti umani, della democrazia e alla lotta contro la povertà, testimoniando così anche un significativo impegno etico.

Inoltre il paese si è contraddistinto come potenza altamente attrattiva per il suo sviluppo industriale soprattutto nel settore petrolifero, delle infrastrutture, del turismo, delle energie rinnovabili, dei prodotti di consumo, chimico e cosmetico.

Le principali materie prime del paese sono caffè, cotone granaglie, zucchero e nichel. E’ la manifattura a fare da traino per l’economia brasiliana, rappresentando il 70% delle esportazioni. Il settore dei servizi è il più rilevante costituendo il 38,5% della produzione, seguito dall’industria al 31,9% e dall’agricoltura al 29,6%.

In Brasile, paese agiato, la ricchezza non è ben distribuita tra la popolazione, con conseguenti marcate disparità economiche e sociali di cui risente la maggior parte degli abitanti. Il tasso di disoccupazione attuale si attesta al 11,3% contro il 7,4% di luglio 2012, in un paese che ha registrato un aumento della popolazione di circa 4 milioni di unità negli ultimi quattro anni.
Il Brasile riveste altresì un’importanza sul piano internazionale grazie alla sua appartenenza ai BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa), economie emergenti che hanno visto uno sviluppo differente da paese a paese. Il boom della crescita economica si è avuto in Brasile dal 2001 in poi, quando il valore della concentrazione dei redditi, che in media si attesta tra lo 0,23 e lo 0,45, era di 0,553, uno dei più alti mai registrati a livello mondiale.

Sempre nel 2001 la classe media brasiliana ha visto un aumento di 30 milioni di unità, a testimonianza della prosperità di tale periodo. Tuttavia negli ultimi anni il Brasile sta vivendo un rallentamento progressivo della crescita economica, come testimoniano i dati sul PIL in parità di potere d’acquisto. Se infatti nel 1978 il PIL brasiliano si attestava al 12,1%, poco al di sotto della Cina (12,9%) nel 2013 la forbice tra le due potenze si è allargata in maniera più significativa, con il 12,5% del PIL brasiliano contro il 90,1% del PIL cinese.

Tale stallo nell’economia è dovuto principalmente a quattro fattori: all’alto tasso degli interessi debitori, che si aggira intorno al 10%, alla variazione dei prezzi delle materie prime del paese, all’investimento insufficiente nel campo dell’R&D (Research and Development), alle politiche portate avanti dal governo Lula e quello di Dilma Roussef volte a dare stabilità che si sono però rivelate nel complesso fallimentari.

I politici infatti hanno erroneamente cercato la soluzione al problema della crescita economica del paese nello stimolo della domanda, ignorando la possibilità di puntare sugli investimenti per risollevare il paese.

Tuttavia, la nota positiva è rappresentata dal dato fornito dall’Agenzia di Stampa Agencia Brasil, che registra un incremento di 20 milioni di persone nella fascia di consumo più alta, primo step verso l’accrescimento della domanda interna.
Pur manifestando quindi un rallentamento nella crescita economica, il Brasile resta un paese fortemente attrattivo per le sue opportunità di fare affari.

FONTI articolo “Brasile: l’attrattività nonostante il rallentamento economico”:

- limesonline.com
- nuvole.it
- brasileira.it

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Brexit EU effetto domino ?

Brexit EU effetto domino ?

Brexit EU futuro Unione Europea

BREXIT EU : DALL’INGRESSO DEL REGNO UNITO NELL’UNIONE EUROPEA ALLA BREXIT. EFFETTO DOMINO. QUALE FUTURO PER L’UNIONE EUROPEA ?

Autore: Giulia Turchetti
Novembre 2017

La “Brexit” costituisce un evento spartiacque di importanza fondamentale nella storia contemporanea, destinato a cambiare le sorti degli Stati Membri dell’Unione Europea e non solo.

Il termine è un neologismo che deriva dall’inglese, e vuole indicare l’uscita (=exit) della Gran Bretagna (=Britain) dall’unione economica e politica istituita dopo la Seconda Guerra Mondiale, che ha garantito pace, stabilità e prosperità da oltre mezzo secolo a molte generazioni. Infatti l’Unione Europea, il cui nome venne stabilito nel 1993 con il Trattato di Maastricht all’insegna di un’unione più forte e stretta dei popoli europei, non è una semplice consociazione di 28 Paesi (tra cui ad esempio Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia), in quanto garantisce libertà fondamentali, ad esempio quella sancita dal Trattato di Schengen per cui i cittadini europei possono liberamente circolare da un Paese all’altro; si impegna nella protezione dei diritti umani quali dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza e Stato di diritto, conformemente a quanto stabilito dal Trattato di Lisbona nel 2009; e le è stato riconosciuto il premio Nobel per la Pace nel 2012 per essersi fatta promotrice di importanti diritti, tra i quali riconciliazione, democrazia e diritti umani in Europa.

Storicamente l’ingresso nella Comunità economica europea (CEE) da parte della Gran Bretagna risale al 1973 e fu la sua fortuna, poiché all’epoca godeva di un prodotto interno lordo (PIL) al di sotto della media europea.

Eppure il risultato del Referendum tenutosi il 23 giugno 2016 in Gran Bretagna ha espresso la volontà di una chiusura definitiva verso un’istituzione mai troppo amata dalla stessa, e ciò si evince anche dalla mancata adesione all’Euro da parte del Paese. Secondo gli Euroscettici britannici, l’uscita dall’Unione Europea permetterebbe all’Isola un controllo migliore sull’immigrazione, e soprattutto di essere liberi dalle burocrazie e imposizioni europee.

Naturalmente la prima conseguenza della Brexit sono state le dimissioni dell’ormai ex premier Cameron, l’allora leader del Partito Conservatore che aveva tentato fino all’ultimo di convincere gli elettori a votare per il Remain (coloro che volevano restare entro i confini dell’UE).

La Gran Bretagna è uno Stato importante in Europa e, d’altro canto, far parte dell’UE ha permesso alla stessa di non rimanere isolata rispetto a decisioni importanti in materia di economia e geopolitica.
Ma alla luce della vittoria del Leave (coloro che non volevano restare all’interno del’UE) con il 51,9% di voti è cambiata radicalmente questa situazione.
Le popolazioni di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord saranno da considerare, a uscita dall’UE ratificata, extra-comunitarie, senza contare alcuni malumori cui il Nuovo Governo si trova a far fronte.

È una decisione che è stata presa nel Regno Unito, ma che frammenta la popolazione stessa del Paese, e che riguarda anche tutti i cittadini dell’Unione Europea.

A questo punto non sarà più tanto facile per i giovani italiani andare a lavorare in Gran Bretagna anche solo per imparare l’inglese. Porre fine alla libertà di movimento degli immigrati dai Paesi dell’Unione Europea in cerca di lavoro, salvo essi siano in possesso di particolari qualifiche, è la condizione che pone il governo britannico, scegliendo la tattica del “Cherry picking”, ovvero sfruttare soltanto il meglio di quello che l’UE può offrire al Regno Unito.

E inoltre verranno limitati i ricongiungimenti familiari dopo che sarà completato (29 marzo 2019) il processo di uscita di Londra dall’UE. Il Paese intende riacquisire piena sovranità a tutti gli effetti sul controllo dei suoi confini. Le sorti cambieranno anche per chi, in veste di turista proveniente dall’UE, andrà a soggiornare per un breve periodo nel Regno Unito: non sarà più sufficiente la carta d’identità, ma sarà necessario il passaporto.

Tuttavia ormai a più di un anno dal Referendum, indetto da Cameron con lo scopo di riaffermare la permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea e che ha portato ad esiti del tutto inaspettati, le sorti della Gran Bretagna restano ancora incerte e da definire. L’uscita del Regno Unito dell’UE dovrebbe formalmente avvenire a Marzo 2019, eppure prima di allora sono ancora moltissimi i punti di resistenza da risolvere. Uno di questi riguarda infatti il conto che il Regno Unito dovrà saldare nei confronti dell’Unione Europea. La cifra ammonta tra i 60 e 100 miliardi di euro. La Premier britannica Theresa May, eletta dopo le dimissioni di Cameron, chiede a tale scopo un periodo di transizione post-Brexit per poter onorare gli impegni economici nei confronti dell’Europa.

Tuttavia le contraddizioni di Theresa May lasciano trapelare segni di incertezza non solo per il futuro della Gran Bretagna ma anche per il futuro della Premier stessa. Infatti sempre più sono le critiche che le vengono mosse per contestarla e rimuoverla.

Sebbene molti sostengano che l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea non rappresenti la fine dell’Unione stessa, si assiste sempre di più ad un vero e proprio effetto domino in tanti altri Paesi, che rischia di segnare un destino ineluttabile per l’UE. Gli euroscettici d’Europa quindi si uniscono, e tra i Paesi che hanno reclamato un Referendum emulando il fenomeno Brexit, vanno ricordati la Francia con il sostegno di Marine Le Pen al Front National per la Frexit (uscita della Francia), la Germania con Beatrix von Storch, presidente del Partito AfD (Alternativa per la Germania) per l’uscita della Germania, l’Olanda con Wilders in sostegno di una Nexit (uscita dei Paesi Bassi). Questa situazione costituisce un vero e proprio campanello d’allarme, soprattutto perché il voto dei britannici a favore dell’uscita del Regno Unito dall’UE è l’evento storico più importante a cui il continente europeo abbia mai assistito dalla caduta del muro di Berlino.

Per come oggi appare, la vicenda presenta un duplice significato: da un lato, è certamente una manifestazione di libertà di un popolo che rivendica il proprio diritto a decidere per sé; dall’altro, la crescita dei nazionalisti euroscettici costituisce una minaccia di cui l’Europa dovrà tenere conto per il futuro.

FONTI ARTICOLO: “Brexit EU effetto domino ?”

- europa.eu/european-union/about-eu/eu-in-brief
- europarltv.europa.eu/it/programme/eu-affairs/uk-referendum
- repubblica.it/plus/articoli/news/eur repubblica.it/economia/brexit_il_guardian_londra
- esteri/brexit-effetto-domino-i-paesi-che-vorrebbero-il-referendum/

Brexit

BREXIT: UN ANNO DOPO

brexit - uscita da EU

QUAL È LA SITUAZIONE DEL REGNO UNITO DOPO IL REFERENDUM ?

Autore: Lorenzo Giusepponi
Traduzione a cura di Lorenzo Giusepponi
Novembre 2017

Il 23 giugno 2016, una leggera maggioranza dell’elettorato britannico ( il 51,9 % ), andando contro le previsioni dei sondaggisti e di gran parte dei politici, votava per uscire dall’ Unione Europea. Non appena emerso il risultato del referendum, la sterlina ha iniziato a perdere quota. David Cameron annunciava le sue dimissioni e la collega Theresa May assumeva il ruolo di presidente. Mentre il panico si diffondeva, la Banca d’Inghilterra, costretta a intervenire per stabilizzare la situazione, prometteva iniezioni di liquidità nel sistema bancario. Per come stanno ora le cose, il Regno Unito lascerà l’UE il 29 marzo 2019. A un anno dalla Brexit , qual è stato dunque, fino ad oggi, il vero impatto del voto sull’ economia?

Quadro macroeconomico

Durante la notte della decisione, la sterlina ha subito la più grande perdita rispetto al dollaro mai registrata in un solo giorno, raggiungendo il minimo in 31 anni. Ad oggi, la valuta si attesta a $1,33. Tuttavia, per il momento, gli esportatori hanno un doppio vantaggio, che risiede sia nella maggior debolezza della sterlina sia nel fatto che le tariffe verso l’UE non abbiano subito alcun mutamento.

brexit svalutazione della sterlina

Il piano che il governo britannico predisporrà nel prossimo futuro potrebbe influenzare l’economia del Paese. Mentre da un lato la svalutazione rappresenta un beneficio per gli esportatori, dall’altro comporta anche l’ aumento dei costi delle importazioni, ragion per cui l’inflazione interna sta aumentando più velocemente rispetto ai salari dei lavoratori, determinando così una restrizione degli standard di vita. Anche gli investimenti delle imprese hanno risentito del referendum, poiché queste sono incerte riguardo ai futuri accordi commerciali tra Regno Unito e UE e alle minacce riguardanti tariffe e barriere doganali.
I consumatori britannici si sono dimostrati inaspettatamente resistenti dopo il referendum, resistenza che ha permesso al PIL di crescere ed evitare la recessione. In realtà, l’economia è cresciuta dello 0,7 % nell’ultimo trimestre del 2017. Eppure, dall’inizio del nuovo anno, vi sono stati evidenti segni di scoraggiamento da parte degli acquirenti a causa del progredire dell’inflazione, che, a maggio, ha raggiunto il 2,9 %. Nell’ultimo trimestre del 2017, le vendite al dettaglio, una componente molto importante del consumo, sono scese dell’1,4 %.

Banche e servizi finanziari

Richard Gnodde, amministratore delegato della filiale europea di Goldman Sachs, ha affermato che, nel contesto del suo piano d’emergenza, la banca americana, che attualmente da lavoro a 6000 persone a Londra, sposterà centinaia di dipendenti fuori dalla città ancor prima che qualsiasi accordo venga fatto. Altri hanno già adottato misure ancor più drastiche. Transferwise, una delle più grandi imprese del fintech in Europa, ha dichiarato di spostare le sue sedi europee da Londra all’ Europa continentale prima del marzo 2019, in modo da mantenere l’accesso al mercato unico.

Industria automobilistica

Spesso l’industria automobilistica è altamente esposta a causa dell’integrazione a livello europeo delle sue catene di approvvigionamento e della sua dipendenza dai lavorati stranieri, ed è pertanto considerata come uno dei settori più vulnerabili nel caso di un’uscita dal mercato unico. L’adozione del regime tariffario dell’Organizzazione Mondiale del Commercio da parte del Regno Unito potrebbe portare all’introduzione di una tariffa del 10 % sui veicoli finiti. A marzo, uno studio condotto da PA Consulting ha dimostrato che se i produttori dovessero scaricare questo costo direttamente sui consumatori, il prezzo di un nuovo veicolo, tenuto conto di tutte le fasi della produzione, potrebbe salire a £ 2.372 per ogni automobile.

Edilizia e industria manifatturiera

Così come l’industria automobilistica, anche l’edilizia e l’industria manifatturiera si preparano a una consistente perdita, soprattutto nel caso in cui la Brexit dovesse comportare la fine della libera circolazione del lavoro. In un report pubblicato a marzo, la Royal Institution of Chartered Surveyors ha affermato che quasi 200.000 posti di lavoro in questi settori andrebbero perduti se al Regno Unito fosse negato l’accesso al mercato unico. Anche le camere di commercio britanniche e la CBI ( confederazione delle industrie britanniche ) hanno seriamente avvertito circa un possibile impatto della Brexit su alcune industrie. Nel 2016 circa 117.000 cittadini europei hanno lasciato il Regno Unito, 31.000 in più rispetto al 2015, il più alto valore mai registrato dal 2009.

Settore alimentare

Più della metà del cibo consumato nel Regno Unito è importato, ciò significa che la caduta post Brexit della sterlina andrà a spremere l’ industria alimentare. I fornitori hanno visto i loro costi aumentare, il che li spinge a scaricarli sui consumatori, d’altra parte i supermercati puntano a mantenere i prezzi quanto più bassi possibile in modo tale da mantenere i loro profitti.

L’opinione dei britannici riguardo la Brexit

John Twyman, sondaggista presso YouGov, sostiene che, in generale, le persone non hanno cambiato idea rispetto al voto espresso lo scorso anno. Un fatto interessante è che il 26% di coloro che avevano votato contro credono che il Regno Unito debba continuare sulla strada dell’uscita dall’ UE, poiché così ha votato la maggioranza, sostiene. Tuttavia, aggiunge che la situazione politica è “molto fluida” e, a seconda di come andranno le negoziazioni, tali opinioni potrebbero cambiare con facilità.

Le negoziazioni tra Regno Unito e UE

Le trattative tra Regno Unito ed Europa sono già iniziate e continueranno per gran parte dei prossimi dieci anni. Non si sa se il Regno Unito adotterà lo status di “ parzialmente associato ” come Norvegia e Svizzera, o se raggiungerà un accordo eccezionale. Ad ogni modo, è probabile che siano poche le politiche soggette a cambiamento, e quelle che cambieranno, lo faranno, presumibilmente, a vantaggio dell’Europa e non certo del Regno Unito. Tali pronostici derivano dall’analisi di due importanti fattori che, secondo i politologi, strutturano le questioni economiche e politiche mondiali: interdipendenza e influenza.

Attualmente l’Unione Europea è fondata su un mercato unico con regolamenti condivisi, mentre la partecipazione a ulteriori politiche, come l’euro, la difesa collettiva, la libera circolazione di beni, servizi, capitali e lavoro all’interno dello spazio Schengen, la sicurezza interna, l’immigrazione da Paesi extracomunitari, è facoltativa. I leader britannici sono tentati a selezionare le politiche, accogliendo solo quelle gradite. Londra ha proposto di riprendersi il controllo della pesca, dell’agricoltura, dei rapporti commerciali con l’estero e, in particolar modo, della politica migratoria, che ritiene svantaggiosa. Ovviamente, l’Europa non permetterà al Regno Unito di trattare tali politiche come opzionali. Di conseguenza, la prima ragione per cui è improbabile che la Brexit produca ulteriori cambiamenti politici è che il Regno Unito, nonostante si sia per molto tempo rifiutato di accettare gran parte delle politiche europee, è strettamente vincolato all’ UE rispetto a quelle a cui invece partecipa. Il Regno Unito ha bisogno delle leggi liberali dell’UE perché ne trae beneficio, il Paese necessita infatti che i Paesi continentali garantiscano l’accesso ai suoi esportatori, fornitori di servizi e individui con istruzione. È improbabile che il Regno Unito riesca a strappare molte concessioni da un’Europa di gran lunga più grande e dalla quale è asimmetricamente dipendente. Quasi il 50% delle esportazioni britanniche sono dirette in Europa e ammontano al 13 % del PIL britannico, mentre le esportazioni europee verso il Regno Unito rappresentano solo il 4 % del PIL europeo. In secondo luogo, la rapida ratifica di accordi commerciali con Paesi extra-europei, suggerita da alcuni conservatori, e diretta a potenziare la forza contrattuale del Regno Unito, sarebbe alquanto inefficace, dal momento che tali accordi richiedono solitamente un decennio o più per essere negoziati, e il Regno Unito da solo è così debole che difficilmente riuscirebbe a esercitare più influenza sugli Stati Uniti o la Cina dell’Unione Europea.

brexit esportazioni tra UK ed EU

Il Regno Unito si trova in una difficile posizione contrattuale, la sua economia e sicurezza sono troppo profondamente vincolate all’Europa e la sua forza contrattuale sul piano internazionale è troppo limitata. In teoria, il Regno Unito potrebbe portare avanti la sua minaccia di lasciare l’UE, ma in pratica, ciò che rimarrà al suo stato attuale è più di ciò che cambierà.

Fonti articolo ” BREXIT: UN ANNO DOPO ” :

- www.indipendent.co.uk
- www.washingtonpost.com
- www.bbc.co.uk
- www.theguardian.com
- www.economist.com
- www.cityam.com

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