Cina Africa il binomio perfetto
CINA AFRICA: IL BINOMIO PERFETTO
Autrice: Elisa Mariani
Ottobre 2016
Dallo svolgimento del vertice Cina-Africa avvenuto a Pechino nel novembre 2006, che riuniva 48 delle massime autorità Africane segnando così l’inizio di una solida cooperazione, molta strada è stata compiuta, fino ad arrivare agli oltre 200 miliardi di dollari di scambi commerciali tra le parti nel 2014 e ai più recenti sviluppi nell’ambito delle infrastrutture sul suolo africano.
Le radici di tale unione e sintonia sono da ricercare innanzitutto nell’interesse da parte della Cina nei confronti delle risorse naturali africane, in primis energetiche. Dal continente africano vengono esportati nel territorio cinese soprattutto legname, diamanti, oro, cobalto, platino, uranio e petrolio.
Grazie dunque alle ricchezze del territorio, l’Africa gode di un concreto e sostanzioso supporto economico e politico da parte di una delle maggiori potenze del pianeta, che ormai da tempo investe nella costruzione di impianti idroelettrici, dighe, ferrovie, edifici pubblici, strade e telecomunicazioni nel continente africano.
Con l’ Algeria ad esempio, la Cina ha adottato un accordo che prevede l’utilizzo dell’oro nero, presente in quantità elevate nel suolo algerino, in cambio dell’edificazione di istituti scolastici, istituzionali e di altro genere, mentre 9 miliardi di dollari sono stati stanziati per la realizzazione nella Repubblica Democratica del Congo di dighe e ferrovie affidata ad imprese cinesi, in cambio del permesso per l’utilizzo delle miniere di rame e cobalto.
Recentemente, in un’intervista in occasione del Summit globale africano sugli investimenti, Sindiso Ngwenya, Segretario Generale del Mercato Comune dell’Africa orientale e Meridionale, ha ricordato l’importanza del sostegno cinese allo sviluppo infrastrutturale nell’Area Tripartita di Libero Scambio africana, che vede il coinvolgimento di 26 paesi volti a costruire un mercato unico, basato sul successo nel settore industriale e delle infrastrutture e sull’eliminazione di dazi doganali e altri ostacoli alla libera circolazione delle merci.
Inoltre Ngwenya ha sottolineato come tale sostegno da parte della Cina abbia contribuito ad accrescere notevolmente l’integrazione e il commercio tra le regioni africane, a favorire lo sviluppo in materia di energia, agricoltura e risorse umane, che rappresentano solo alcuni dei presupposti principali per il raggiungimento degli obiettivi previsti dall’Agenda 2063, ovvero il piano di sviluppo e trasformazione socio-economica africana per i prossimi 50 anni.
L’anno di svolta nei rapporti tra i due paesi, accomunati dall’essere entrambi in via di sviluppo, si è avuto nel 2006 dunque, quando, durante lo svolgimento del sopracitato vertice Cina-Africa, il presidente Hu Jintao, approfittando dell’inattività europea sul fronte dei rapporti con l’Africa, ha annunciato una serie di iniziative concrete a favore della prosperità e del benessere dei paesi africani da attuare entro il 2009.
Tra queste, lo stanziamento iniziale di 5 miliardi di dollari ripartiti in crediti all’esportazione e prestiti, e la creazione di un fondo di sviluppo Cina-Africa con lo scopo di incrementare gli investimenti cinesi nel continente africano. Inoltre, in tale occasione la Cina ha dato la sua disponibilità per l’eliminazione del debito ai paesi più poveri e per l’aumento del numero di merci che dall’Africa varcano le soglie della Cina senza l’ostacolo delle barriere doganali, nonché per la formazione di 15.000 persone qualificate nell’ambito dell’agricoltura, dell’istruzione e della medicina.
L’interesse nella formazione e per gli investimenti in campo agricolo da parte della Cina sono dettati dalla necessità del paese di importare materie prime dal continente africano come tabacco o cotone, ed è per questo che la Cina ha dato vita all’installazione in Africa di 48 stabilimenti agricoli all’avanguardia per dare il proprio sostegno ai produttori del luogo.
Ma tale storico accordo continua tutt’ora a dare i suoi frutti e ad essere un valido esempio per altre economie, pur essendo criticato e temuto tanto dagli Stati Uniti quanto dall’Unione Europea, entrambi potenziali alleati del continente africano, che tuttavia finora non si sono mostrati tanto competitivi e concreti quanto la Cina.
A confermare il successo di tale partnership è innanzitutto lo stanziamento, annunciato dal leader cinese Xi Jinping , di 60 miliardi di dollari atti a promuovere gli investimenti cinesi in Africa. Infatti a dicembre 2015, in occasione del Forum per la Cooperazione Cina-Africa (FOCAC) svoltosi a Johannesburg, il presidente ha dichiarato che tali fondi serviranno per la realizzazione di un piano di collaborazione tra le parti per il benessere del continente africano, tra cui 40 miliardi investiti in prestiti a interessi zero e agevolati, ed oltre 150 milioni di dollari per fornire assistenza alimentare alle popolazioni africane colpite da El Ninõ, il fenomeno atmosferico estremo che ha compromesso il raccolto in tali aree.
Inoltre, stando a quanto affermato dal presidente sudafricano Jacob Zuma, ci sarebbe la volontà da parte dell’Africa di riportare in auge, grazie anche al contributo cinese, l’estrazione mineraria che di recente ha risentito del calo della richiesta di materie prime e dei prezzi dei prodotti.
Infine, notevole è l’espansione nei mercati della compagnia telefonica cinese Huawei che gestisce in Africa un giro d’affari di oltre 3 miliardi di dollari grazie alla realizzazione della rete telefonica nazionale e di reti Internet in Zambia e Nigeria.
FONTI ARTICOLO “CINA AFRICA: IL BINOMIO PERFETTO”
- focac.org
- infoaut.org
- cooperazioneallosviluppo.esteri.it
- repubblica.it