AMBIENTE – L’ EUROPA E LE SUE STRATEGIE PER TUTELARE L’ AMBIENTE
Autore : Matteo Aristei
4 Luglio 2019
In molti bar stanno prendendo piede iniziative ambientali riguardo le cannucce di plastica . Ebbene, ogni tanto arrivano dei genitori che chiedono, ad esempio, una cannuccia per il succo di frutta del loro figlio e purtroppo non possono averla . Questo perché appunto in molti bar adesso le cannucce sono bandite . Non si accettano più perché le cannucce sono uno degli oggetti di plastica più utilizzati ma che però, a causa delle loro piccole dimensioni, non sono riciclabili .
Questa campagna contro l’ utilizzo delle cannucce in realtà però non è nata in questi bar, la prima campagna anti cannuccia è stata lanciata nel Regno Unito con il titolo “ the last straw ”, l’ ultima cannuccia . E piano piano simili iniziative hanno iniziato a diffondersi un po’ dappertutto in Europa e molti pub che hanno aderito all’ iniziativa britannica ora si sono impegnati ad abbandonare le cannucce . Certo, non lo fanno subito, immediatamente, buttando via tutte le cannucce di plastica che avevano già nello stock perché altrimenti anche questo avrebbe un impatto ambientale . Quindi, come primo passo, hanno deciso di non inserire più automaticamente la cannuccia nelle bevande che servono ai clienti, perché in fondo un buon cocktail non dipende certo dalla cannuccia, ma dalla qualità degli ingredienti direi . Poi, una volta esaurite le scorte di magazzino, le cannucce di plastica saranno poi mano mano sostituite da altre cannucce di altro tipo ci sono d’esempio quelle in bioplastica, fabbricate a partire dall’ amido di mais, oppure esistono addirittura delle cannucce in acciaio che possono essere riutilizzate, lavate e riutilizzate . Sicuramente queste cannucce costano di più però è anche vero che mettendoli di meno si spende di meno perché si usano meno cannucce .
Dopo le cannucce poi seguono anche i piatti e bicchieri di plastica perché, in generale, le plastiche monouso, proprio come dice il termine, vengono utilizzate soltanto una volta per pochi minuti e poi gettate via . E poi però ci mettono centinaia di anni a biodegradarsi e spesso finiscono anche nel mare dove uccidono addirittura cetacei e tartarughe ed entrano anche nella nostra catena alimentare perché vengono assorbite anche dai pesci che ingeriscono . Infatti dal 2021 non si potranno più utilizzare nell’ Unione europea alcuni prodotti in plastica monouso come piatti, posate e cannucce. Il via libera a una politica plastic – free è stato dato da un voto a larghissima maggioranza nel Parlamento europeo alla nuova direttiva che impone anche altri obiettivi per il futuro .
Tra questi il raggiungimento entro il 2029 del 90 % di raccolta differenziata per quanto riguarda le bottiglie e nuove indicazioni sulla loro composizione : entro il 2025 dovranno essere realizzate con almeno il 25 % di contenuto riciclato, per raggiungere il 30 % cinque anni più tardi . Dal 2024 invece sarà poi introdotto l’ obbligo di avere il tappo attaccato alla bottiglia per evitare che questo si disperda con facilità . Come faremo ? Troveremo delle alternative, che già in effetti esistono . Altre se ne aggiungeranno : sono già allo studio nuovi materiali biodegradabili che un giorno entreranno nel nostro uso quotidiano proprio come è successo con la plastica .
Un altro problema è quello delle capsule del caffè : Il consumo di caffè in capsule sta progressivamente aumentando . Si parla di circa 10 miliardi di vendite all’ anno nel mondo . E non c’ è da stupirsi vista l’ elevata qualità raggiunta, le numerose miscele fra cui poter scegliere e la facile reperibilità che l’online ha donato ai suoi navigatori . Questo nuovo mercato ha generato però 120 mila tonnellate di rifiuti ( capsule di caffè ), e nell’ era del biologico, dell’ eco-sostenibile e del riciclo prima di tutto, questo è subito diventato un problema da risolvere con urgenza .
Le capsule di plastica sono sicuramente quelle più inquinanti e difficili da smaltire . Se in casa si ha questa tipologia, si sa che la parte che contiene il caffè è in plastica, ma la linguetta è in alluminio, quindi verrebbe normale di gettarle senza pensieri nei rifiuti indifferenziati, ma se si tiene all’ ambiente si dovrebbe far altro : togliere la linguetta e buttarla nell’ apposito contenitore per la raccolta dell’alluminio, sciacquare per bene la coppetta in plastica in modo che i residui di caffè al suo interno vengano eliminati e gettarla nel bidone della plastica .
Inoltre negli ultimi decenni c’è stato un incremento nell’ uso dei cellulari . Oggigiorno la gente cambia cellulare molto spesso, ma poi che fine fanno i cellulari vecchi ? che impatto hanno sull’ambiente ? Ebbene in uno studio sono stati esaminati 19 modelli di cellulari proprio dal punto di vista della possibilità di essere riciclati . Dai risultati dello studio è evidente che molte aziende del settore non considerano affatto la facilità del riciclaggio come una caratteristica importante dei loro prodotti . E questo è grave se si pensa che solo in Italia sono in Italia vengono venduti 17 milioni di telefonini ogni anno . E questo perché c’è una corsa sfrenata al modello più in voga del momento . E quindi tantissimi apparecchi, dopo una vita media di 18 mesi, diventano rifiuti difficilmente riciclabili . Per poter riciclare le varie parti del cellulare queste dovrebbero essere per prima cosa facilmente smontabili, cioè tenute insieme ad incastro e non per mezzo di colla o viti . Ma questo si verifica purtroppo solo nel 50% dei casi . Altre volte invece è la natura intrinseca dei materiali ad impedire che questi possano essere riciclati .
Altre volte ancora i colpevoli siamo noi che gestiamo il cellulare vecchio nella spazzatura anziché portarlo nelle piazzole ecologiche allestite dalle aziende di nettezza urbana oppure, quando è possibile, consegnarlo al negozio dove acquistiamo il nuovo cellulare .
Oltre al problema dello smaltimento dei telefonini veri e propri, c’ è poi anche il problema dello smaltimento dell’ imballaggio che, spesso, è decisamente a non basso impatto ambientale . Sarebbe davvero auspicabile che in futuro venissero utilizzate delle confezioni con materiale esclusivamente riciclabile .
Sempre nell’ interesse dell’ ambiente poi le aziende dovrebbero vendere separatamente gli accessori in maniera che si comprino solo quelli veramente necessari . E poi dovrebbero rendere gli accessori utilizzabili su tutti i modelli . È anche una buona idea quella che consente l’uso di due sim card contemporaneamente per evitare di comprare un secondo telefonino . Tantissime persone infatti possiedono due o tre telefonini per svariati motivi ; per poter ad esempio disporre di numeri diversi, magari uno privato uno per il lavoro, per usufruire delle migliori offerte dei vari gestori o anche per non correre il rischio di non poter essere rintracciati in caso di batteria scarica . Insomma c’ è davvero molto da fare per ridurre l’ impatto ambientale dei cellulari che sono ormai diventati dei beni di largo consumo .
Sensibilizzare i cittadini e incoraggiare anche loro spontaneamente a rifiutare la cannuccia è un altro compito molto importante perché questi piccoli cambiamenti in realtà possono fare già molto per ridurre la montagna di plastica che produciamo ogni giorno ed è importante che tutti facciano la loro parte .
FONTI ARTICOLO
https://www.lacucinaitaliana.it/news/in-primo-piano/come-riciclare-le-capsule-di-caffe